Le sfide della Filcams - di Andrea Montagni

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L’11 e il 12 ottobre scorsi l’assemblea generale nazionale della Filcams Cgil si è riunita a Torino in forma seminariale, per discutere dell’universo mondo della contrattazione e della condizione del lavoro nei servizi. “Nuove frontiere per l’inclusione”: questo il titolo del seminario di massa che ha coinvolto gli oltre 300 componenti l’assemblea, con una modalità di discussione che ha previsto la plenaria solo per l’apertura dei lavori il primo e il secondo giorno, e per i report dei tavoli tematici a conclusione. Per consentire a tutti di partecipare sono stati organizzati 15 tavoli il primo giorno e 13 il secondo, ciascuno composto tra 18 e 25 partecipanti.

La prima giornata è stata dedicata alla contrattazione, con tavoli specifici dalla grande distribuzione organizzata ai multiservizi, e – novità assoluta per una categoria – un tavolo dedicato alle professioni: collaboratori, partite Iva, professionisti. Il secondo giorno ci sono stati i tavoli tematici. Ricordarli dà l’idea della complessità delle questioni affrontate: organizzazione e condizioni di lavoro; contrattazione e jobs act; appalti, esternalizzazioni, terziarizzazioni; salario, produttività e welfare aziendale; attività internazionali, ruolo delle multinazionali; informazione e partecipazione; welfare; bilateralità; legalità; comunicazione.

Ai tavoli hanno partecipato “esperti” esterni il primo giorno, e compagni dei dipartimenti della Cgil nazionale il secondo giorno. Più o meno in tutti tavoli (a composizione mista fra delegati e operatori sindacali) tutte e tutti hanno preso la parola, e i report finali sono nati dal lavoro collettivo. La discussione sui report e sui materiali prodotti avverrà in una seconda battuta, con una nuova convocazione dell’assemblea generale.

La modalità di convocazione e la discussione, per prima cosa, mostrano come per la Filcams Cgil l’assemblea generale non sia solo l’organismo preposto ad eleggere il proprio esecutivo, come stabilito dal nuovo statuto della Cgil, ma anche qualcosa di più: un organismo largo che coinvolge i delegati e le delegate nella elaborazione della linea politica, responsabilizzandoli a livello decisionale.

Nell’aprire i lavori del secondo giorno, Franco Martini, segretario confederale, ha articolato il suo intervento attorno a questo ragionamento: “Qual è il futuro della contrattazione collettiva? Perché, perdonatemi, voglio provocarvi io per primo oggi, dicendovi che forse il nostro modo di pensare, il fatto di credere che sedersi a un tavolo e contrattare esisterà ancora in futuro, forse tutto questo non è destinato a durare nel terzo millennio”.

Ovviamente la discussione non ha fornito una risposta, ma ha squadernato nei tavoli e nei temi scelti, quali risultano dai report finali, il modo con cui il quadro attivo della Filcams Cgil intende fare i conti con una realtà nuova. Quella per cui non è più scontato che sia possibile “aprire un tavolo” per discutere con le controparti, perché le controparti spesso non hanno alcuna intenzione di aprire discussioni, come sta avvenendo a livello contrattuale con la grande distribuzione organizzata, o con il blocco di fatto della contrattazione nella distribuzione cooperativa, nei multiservizi, nel pulimento artigiano. Oppure utilizzano a man bassa le forme di lavoro deregolato, i voucher, i contratti a termine, le collaborazioni, per disarticolare il fronte del lavoro e la sua capacità di resistere.

La prima risposta - vedremo se sarà contrattualmente mantenuta e se questa mia lettura si rivelerà corretta - è che per contrattare bisogna prima di tutto avere qualcosa da rivendicare. Perché se sai cosa vuoi, e perché lo vuoi, e se quel che vuoi è condiviso e corrisponde alle aspirazioni e al sentire dei lavoratori, allora hai uno strumento per l’azione e l’organizzazione. Anche se rivendicare non è ancora sufficiente.

Per questo i tavoli della prima giornata sono stati i tavoli della riaffermazione dei diritti e della discussione di merito sulla debolezza della pratica contrattuale, parlando non solo del lavoro strutturato ma anche del lavoro nuovo e autonomo di seconda generazione. Per questo i tavoli del secondo giorno sono stati i tavoli della ricerca delle soluzioni per l’insieme dei problemi, coniugando sul piano delle intenzioni e della metodologia condizioni dell’azione, strumenti legislativi, pratica contrattuale, risposte ai problemi minuti, e modalità di comunicazione tra il sindacato, gli iscritti e i lavoratori nel loro insieme.

La vecchia talpa, anche se in questo caso mediamente molto giovane, vista la composizione dell’assemblea generale Filcams, ha ripreso a scavare.

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