Il programma elettorale di Die Linke - di Heinz Bierbaum

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Dall’8 al 10 giugno si è svolto a Hannover il congresso di Die Linke, dedicato al dibattito sul programma per le elezioni del 24 settembre. Elezioni precedute da quelle regionali nella Saar, Schleswig-Holstein e Renania-Vestfalia, vinte dalla Cdu mentre la Spd ha subito una grave sconfitta. La sconfitta in Renania-Vestfalia è notevole perché questo Land era una storica roccaforte socialdemocratica. E’ cambiato il vento. Dopo l’arrivo del ex-presidente del parlamento europeo Martin Schulz alla guida della Spd c’era stato un balzo nei sondaggi per i socialdemocratici, sfidando la Cdu come primo partito. Adesso il panorama politico sembra essere lo stesso di prima. Ma non è detto che rimanga così.

Un programma della sinistra deve avere le contraddizioni sociali come punto di partenza. E’ il caso del programma di Die Linke. “Sozial. Gerecht. Frieden. Für Alle.”(Sociale. Giusto. Pace. Per Tutti) - questo è il titolo del programma con cui sono marcati i punti cruciali. Al centro sta la giustizia sociale come marchio politico di Die Linke. Il programma contiene una serie di richieste concrete: incremento del salario minimo dagli attuali 8,84 euro a 12 euro l’ora e reddito di base garantito di 1.050 euro mensili; combattere il lavoro precario che in Germania è molto esteso. Si intende farla finita con le leggi Hartz.

Viene supportato il concetto sindacale del buon lavoro. Qui si colloca anche la richiesta della riduzione dell’orario, estendendo la settimana di 30 ore. Un altro punto centrale riguarda le pensioni. Con il crescente rischio di povertà nella vecchiaia, Die Linke vuole garantire il livello delle pensioni al 53% del salario (attualmente 48% con tendenza al basso), e fissare l’età pensionabile a 65 anni. Un problema sempre più grande riguarda l’alloggio, in particolare nelle grandi città: si richiede un notevole aumento della costruzione di alloggi sociali e la limitazione degli affitti. Un ulteriore punto centrale sono gli investimenti nel settore sanitario, l’aumento del personale e lo stop alle privatizzazioni. Sanità ed educazione devono essere organizzati pubblicamente e non sottomessi al mercato. Richieste finanziate attraverso un’altra politica tributaria, tassando di più i ricchi e i grandi patrimoni.

Al centro di un programma elettorale ci sono richieste concrete da realizzare a breve termine. Concentrandosi sulla politica sociale: un programma quasi classicamente socialdemocratico. Il programma però contiene alcuni elementi nella prospettiva di una società oltre il modello capitalistico. In questa direzione si deve rilevare la prevista trasformazione ecologica e sociale dell’economia, di cui elemento cruciale è un’altra politica energetica. Viene richiesto un vasto programma di investimenti in settori socialmente utili come l’infrastruttura, sanità, formazione, case. La democrazia deve essere rafforzata e dovrebbe allargarsi all’economia migliorando i diritti dei lavoratori a livello aziendale e dell’impresa. Questo riguarda l’allargamento della “Mitbestimmung”, e la partecipazione dei lavoratori al capitale.

La pace è un altro elemento cruciale del programma. Die Linke è l’unico partito che respinge interventi militari e richiede il ritiro delle forze militari tedesche ovunque si trovino. Si richiede una politica di disarmo e la dissoluzione della Nato a favore della costruzione di un nuovo sistema di sicurezza collettiva in Europa, includendo anche la Russia.

La politica europea ha giocato un ruolo importante nel dibattito sul programma. Ci sono posizioni diverse sulla possibilità di riformare l’Unione europea. Le politiche neo-liberiste dell’austerità devono finire: su questo c’è consenso. Un problema maggiore è lo squilibrio economico in Europa causato dalla politica industriale tedesca orientata alle esportazioni. Un divario da ridurre con una politica economica che promuova la domanda interna attraverso salari più alti. Una minoranza si è espressa per una “Repubblica europea” che la maggioranza rifiuta davanti alla realtà della politica neoliberista europea, conseguenza dei trattati di Maastricht e Lisbona. Si richiede una riformulazione dei trattati europei. Il dibattito congressuale dimostra che occorre una intensificazione della discussione sulla politica europea da parte della sinistra. Questo riguarda anche la questione dell’euro come moneta unica, anche se l’uscita dalla zona euro non è un punto programmatico.

Il dibattito sul programma non è stato molto conflittuale, predominava il consenso e alla fine il programma è stato assunto a grande maggioranza. Le prospettive elettorali per Die Linke non sono male: possibile un risultato intorno al 10%. Sarebbe anche un contributo al rafforzamento della sinistra europea. Per cambiare la politica europea, però, sarebbe necessario un cambio del governo tedesco che purtroppo non è in vista.

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