A Verona va in scena il Medioevo. Ma non staremo a guardare - di Vilma Nicolini

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La conferenza del Congresso mondiale delle famiglie sostiene tesi contrarie ai principi fondamentali di uguaglianza e di non discriminazione garantiti dalla nostra Costituzione.    

Si svolgerà a Verona, dal 29 al 31 marzo 2019, il Congresso mondiale delle famiglie (World Congress of Families) “per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”. Il Congresso mondiale delle famiglie è una lobby di pressione statunitense cristiana, nata nel 1997, che si prefigge il compito di unificare molti gruppi a livello internazionale, con lo scopo di portare avanti istanze comuni di stampo conservatore, e sostiene una “cultura familiare basata sulla religione”. E’ stato anche definito “gruppo d’odio” dalle maggiori associazioni che si battono per i diritti umani.

Nella città dell’Arena si riuniranno diverse sigle pro life e anti-lgbtq, oltre ad associazioni cattoliche integraliste, ortodosse ed evangeliche, tutte unite dalla promozione dei valori cristiani, e da una visione restrittiva dei diritti e del ruolo della donna. All’iniziativa parteciperanno, tra gli altri, il ministro della famiglia Lorenzo Fontana, il ministro dell’interno Matteo Salvini e il senatore Simone Pillon, oltre al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e al sindaco di Verona, Federico Sboarina, tutti esponenti della Lega. Ci saranno anche il ministro dell’istruzione Marco Bussetti, il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Dopo le proteste e le interrogazioni parlamentari, Palazzo Chigi ha revocato al summit il logo della presidenza del Consiglio dei ministri, ma restano tuttora il patrocinio del ministero della famiglia e della disabilità, della Regione Veneto, e della Provincia di Verona.

Davanti a questa deriva misogina e patriarcale non possiamo restare a guardare! Dobbiamo resistere e lottare contro la crescente ondata della destra radicale e integralista, che vorrebbe proporre modelli funzionali al silenzio, alla sottomissione, alla negazione della libertà femminile, un ritorno a tempi che pensavamo lontani.

Tanti sono i segnali che ci arrivano e ci devono mettere in allarme: dal ddl Pillon, all’attacco alla 194, alle continue discriminazioni e violenze sulle donne, alle sentenze ‘choc’ nei processi per stupro e per femminicidio. Una democrazia cresce assieme ai diritti che garantisce. Più cittadini vengono tutelati, più si rafforzano le libertà collettive. Garantire diritti e uguaglianza significa rendere tutte e tutti noi più forti e sicuri, nel rispetto delle libertà fondamentali di ogni individuo.

Non dobbiamo dare nulla per scontato, tantomeno i diritti delle donne e i diritti civili, che sono una conquista recente. Dobbiamo proseguire nel cammino di crescita, conoscenza e uguaglianza che le donne che ci hanno preceduto ci hanno affidato, e che vogliamo trasmettere alle giovani generazioni.

Le femministe di “Non una di meno” stanno organizzando tre giorni di proteste, dibattiti, assemblee e spettacoli che si svolgeranno a Verona, negli stessi giorni del Congresso mondiale delle famiglie. E’ importante esserci perché questa conferenza è contraria ai principi fondamentali di uguaglianza e di non discriminazione garantiti dalla nostra Costituzione. Abbiamo ancora tanta strada da fare per conquistare il futuro, e per questo continueremo a lottare.

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