Dare coerenza e concretezza al cambiamento - di Giacinto Botti

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Due giorni di confronto, 44 interventi: il 18 settembre a Roma è stato approvato, con 587 si, 151 no e 8 astenuti, il documento conclusivo della nostra Conferenza di organizzazione. Ora occorre fare scelte conseguenti. L’approvazione nel Direttivo nazionale CGIL di coerenti modifiche statutarie e regolamentari segna una volontà nuova nella direzione del rinnovamento politico-organizzativo della CGIL, salvaguardando la nostra identità e i valori di riferimento.
Contrattazione, partecipazione, democrazia, riorganizzazione e formazione: questi i punti salienti della Conferenza che, spostando poteri e risorse verso il basso e rafforzando il ruolo dei delegati, ci consegna un modello più compiuto di democrazia e di partecipazione. Tocca adesso al gruppo dirigente dare concretezza alle decisioni, superando limiti e ritardi, burocratizzazioni, e un uso distorto e accentratore dei ruoli, che nega la collegialità e toglie funzioni agli organismi statutari.
Il nostro baricentro rimane la contrattazione. Siamo riconosciuti se rappresentiamo anche i nuovi bisogni di chi lavora, se includiamo chi è escluso ed entriamo nelle tante aziende dove milioni di lavoratori sono soli e senza diritti. Di qui la costruzione della proposta dello “Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori”, che aggiorna e integra, non sostituisce, la storica conquista degli anni ‘70.
Purtroppo un pezzo del gruppo dirigente si è chiamato fuori dalla responsabilità di una sperimentazione, motivando il dissenso sul modello di democrazia, che si sarebbe voluto più plebiscitario che di mandato. Il confronto si è così spostato su questioni che poco appassionano delegati e lavoratori, più consone a un movimento sociale e di opinione che ad un’organizzazione confederale e militante con le sue regole, il suo pluralismo e una democrazia rappresentativa e di mandato come la nostra.
Eppure la situazione del paese, l’attacco che subiamo da governo e padronato non ci consentono di continuare a non decidere, di non ritrovare l’unità nel gruppo dirigente.
Nella Conferenza tanti delegati, donne e giovani, hanno portato la ricchezza della loro esperienza e i bisogni di chi sta in trincea nei luoghi di lavoro, nelle campagne, nelle attività commerciali, con l’orgoglio di sentirsi parte di una CGIL capace di dare voce e speranza a milioni di persone. Giovani, donne, lavoratori e pensionati che, incontrandosi e rispettandosi, in quel nostro quadrato rosso credono e si riconoscono. Non possiamo deluderli.

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