Il documento unitario sul sistema di relazioni industriali rappresenta un fatto sindacalmente e politicamente rilevante. Nei contenuti e nell’impostazione, evidenzia la posizione della CGIL, soprattutto nella valorizzazione della contrattazione su tutte le materie della condizione lavorativa, e con la centralità del CCNL in un sistema che articola e adegua i due livelli di contrattazione. A più di vent’anni anni dal modello del luglio ‘93, il salario reale, anche nel contratto nazionale, supera il riferimento alla sola inflazione, rendendo chiaro che il sindacato vuole redistribuire il reddito fin dalla sua creazione, non solo con il fisco.

Il documento riporta al centro il valore e la funzione della confederazione, e dà concretezza all’articolo 39 della Costituzione sull’erga omnes, con l’esigibilità universale dei minimi salariali definiti dai Ccnl, e non dal salario minimo per legge, che il presidente del consiglio Renzi arrogantemente continua a minacciare.

Le perplessità e i rischi sul capitolo della “Partecipazione”, nel quale si richiama, tra l’altro, l’articolo 46 della Costituzione, richiedono un ulteriore approfondimento, salvaguardando la natura del nostro modello sindacale ed evitando la logica imitativa di sistemi, come in nord Europa e in Germania, non sempre felici nè esportabili.

Con questa proposta e con la nuova Carta dei diritti, la CGIL cambia fase e esce dalla difensiva. Una risposta di ordine generale, per sconfiggere le politiche corporative e la volontà di padronato e governo di sostituire il sindacato generale con quello di mestiere o aziendalista, e la funzione collettiva della contrattazione con il rapporto individuale con il lavoratore.

Occorre ora mantenere e realizzare l’impegno straordinario della consultazione degli iscritti e dei lavoratori - con i quali abbiamo perso contatto in questi anni - dando continuità all’azione vertenziale, perché riforma del modello contrattuale e Carta dei diritti siano fatte vivere immediatamente, costruendo alleanze e rapporti di forza adeguati, nuove mobilitazioni categoriali e confederali a sostegno delle proposte, della vertenza pensioni, e dei rinnovi dei contratti nazionali pubblici e privati.

La Carta dei diritti e la proposta del modello contrattuale sono due questioni centrali della strategia della CGIL. Sono obiettivi paralleli coerenti, e in reciproco sostegno fra loro. Danno alla CGIL e al sindacato confederale la strumentazione idonea a costruire, con una consultazione di massa, un largo consenso e una forte mobilitazione per riprendere il cammino dei diritti universali del lavoro. Dell’occupazione stabile e di qualità. Della crescita dei salari. Della difesa della democrazia. 

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