Il referendum no triv sarà solo il primo di una serie di consultazioni popolari. In agenda è già fissato in autunno il referendum teso a cancellare lo stravolgimento costituzionale operato dal governo - e nei fatti da buona parte dell’opposizione di centrodestra (Area popolare e Forza Italia) - con la benedizione di Giorgio Napolitano. Sono poi iniziate le raccolte di firme per contrastare, con la forza della democrazia popolare, alcuni fra i più contestati provvedimenti dell’esecutivo. Si va dalla nuova incostituzionale legge elettorale, il cosiddetto “italicum”, al fallimentare jobs act; dallo “Sblocca Italia”, con il suo carico vetero sviluppista di grandi opere costosissime, ambientalmente pericolose e spesso inutili, alla “Buona scuola” che ha unito nella critica professori, personale scolastico e studenti.

Infine è partita l’offensiva della Cgil sui tre quesiti referendari contro la cancellazione dell’articolo 18 e per il reintegro dei lavoratori, l’abolizione dei voucher, e le norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti. Con in parallelo la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare sulla Carta dei Diritti universali del lavoro. “È una stagione molto importante per noi – ricorda Susanna Camusso - sono importanti le firme ma anche aprire una nuova stagione di discussione su cos’è oggi il lavoro. Vogliamo che il paese torni a mettere al centro il lavoro, la politica economica e l’inclusione sociale: le uniche ricette per uscire dalla stagnazione in cui ci troviamo”. E che, senza uno scatto in avanti nella consapevolezza popolare, è destinata a perdurare.
Riccardo Chiari

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search