Firmate le linee guida, ora bisogna fare i Ccnl di comparto. A patto che le risorse siano sufficienti, e la contrattazione possa dispiegarsi liberamente.

Cgil, Cisl e Uil, e le rispettive categorie della funzione pubblica e dei settori della conoscenza (scuola – università – ricerca - afam) hanno firmato con il governo le linee guida per l’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni.

Dopo sette anni di blocco della contrattazione, si prefigura il ripristino di un sistema di relazioni sindacali in tutti i settori pubblici basato sulla partecipazione di lavoratori e sindacati, attraverso la contrattazione nazionale e decentrata con riguardo all’organizzazione e alle condizioni di lavoro, alla valorizzazione professionale, rimettendo in discussione la pratica degli atti unilaterali attuata dal decreto Brunetta in poi.

Se l’accelerazione della ministra Madia ha un sapore un po’ pre-elettorale (per giunta su una promessa, a pochi giorni dal referendum costituzionale in cui Renzi sembra voler giocarsi tutto), è però innegabile il sacrosanto diritto dei lavoratori pubblici ad avere un rinnovo contrattuale che il governo non poteva continuare ad ignorare, dopo anni di mobilitazioni delle categorie interessate, e alla luce della decisione della Corte Costituzionale che ha sancito l’illegittimità del blocco contrattuale.

La ministra Marianna Madia, naturalmente, nega: il referendum non c’entra nulla con la firma del 30 novembre, a cui si è lavorato da mesi. Ma non rinuncia certo alla propaganda: “Così daremo più ai poveri e meno a chi già guadagna. E’ l’accordo di Robin Hood”, dichiara a un noto quotidiano. Dimentica però di dire che, per sapere quanto, come e quando effettivamente l’aumento promesso sarà nella disponibilità dei lavoratori, bisognerà che siano firmati i relativi Ccnl di comparto. Soprattutto dimentica di dire che la cifra dichiarata è ben lontana da quella necessaria per il pieno ripristino di quanto perso dai lavoratori pubblici in questi anni di blocco.

Le soluzioni salariali indicate nelle linee guida fanno riferimento a un aumento contrattuale non inferiore a 85 euro medie mensili per il triennio 2016-2018. Si è anche convenuto di trovare una soluzione al pasticcio del bonus fiscale da 80 euro che garantisca che gli aumenti contrattuali abbiano efficacia per tutti, senza incidere negativamente su chi fruisce del bonus. Secondo Madia, l’impegno di spesa da parte del governo sarebbe di circa 5 miliardi per il triennio di riferimento.

Per la Cgil, di particolare valore è la garanzia assunta dal governo di rinnovare i contratti dei lavoratori precari assunti dalle pubbliche amministrazioni in scadenza, e l’impegno a superare con apposite norme il precariato all’interno della legge quadro che dovrà essere prossimamente varata. Il ripristino della contrattazione, senza toccare in alcun modo l’orario di lavoro, permette di “correggere le norme introdotte dalla legge Brunetta e dalla ‘Buona scuola’ che limitavano la contrattazione ridandole ruolo e titolarità”, come sostiene un comunicato congiunto delle segreterie Cgil, Fp e Flc. Questo dovrà comportare che una serie di materie e di risorse economiche, oggi agite discrezionalmente dalla dirigenza (come ad esempio il cosiddetto “bonus docenti”), vengano ricondotte alla trattativa sindacale.

L’intesa firmata ovviamente è solo una prima tappa: nel prosieguo occorrerà accertare gli impegni assunti, e anche la possibilità di risolvere alcune criticità comunque presenti nell’intesa (ad esempio, laddove si parla di misurazione della prestazione individuale), in modo da poter segnare davvero una completa e definitiva discontinuità col passato.

Dopo anni di blocco della contrattazione, di promesse mancate, di sacrifici dei lavoratori, si intravede così una concreta possibilità di rinnovare i contratti. Ogni punto dell’intesa prevede uno strumento di attuazione degli impegni assunti: legge di bilancio, atto di indirizzo sulla contrattazione, riscrittura del testo unico che consentirà di verificare passo dopo passo se siamo sulla strada per un rinnovo positivo dei contratti.
Il testo condiviso con il governo è un primo importante risultato che premia le mobilitazioni dei lavoratori pubblici di questi anni. Se concretizzato, lascia alle spalle una stagione di legislazione punitiva del lavoro pubblico, aprendo la strada alla valorizzazione e ri-contrattualizzazione dei dipendenti pubblici.

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