Abbiamo conquistato noi, con la partecipazione di tanti e l’impegno e la militanza delle donne e degli uomini della Cgil, il decreto legge governativo 25/2017 che abolisce i voucher dal 2018 e ripristina la responsabilità solidale negli appalti. E’ solo un primo, pur straordinario, risultato, ma non molliamo la presa perché la strada per conquistare una buona legge è ancora lunga e piena di insidie. Il fronte conservatore e liberista avverso al decreto legge e culturalmente a noi - più ampio di quanto non appaia - accusa il governo di subalternità alle scelte referendarie di una Cgil antagonista e demagogica. Confindustria e Confcommercio, incapaci di guardare oltre la loro preistorica idea di relazioni sindacali, di mercato del lavoro e di rapporti di lavoro, fanno allarmismo con dichiarazioni false sulle conseguenze dell’abolizione dei voucher.

Lo scontro continuerà anche nella compagine governativa con posizioni articolate e trasversali; il fronte liberista può ricompattarsi, e non sarà facile conquistare entro 60 giorni una normativa che sia peraltro coerente nei contenuti. Per questo non possiamo né dobbiamo smobilitare sino alla legge, e sino a quando la Corte di Cassazione non dichiarerà superato il voto referendario, vigilando affinché non rientri dalla finestra ciò che abbiamo scacciato dalla porta, e si trovino strumenti adeguati che non ripropongano la logica sbagliata dei bonus.

Nuove tutele per il lavoro accessorio, subordinato e occasionale andranno individuate dal governo in rapporto anche alla Cgil che quei referendum li ha promossi. La nostra “Carta dei diritti universali del lavoro”, da sostenere con la mobilitazione, contiene le proposte giuste e prospetta un diverso modo di concepire il lavoro, che sia buono e inclusivo, e i diritti universali, contro la precarietà, il lavoro nero e lo sfruttamento dilaganti.

Lì è indicata, nel Capo V, col titolo “lavoro subordinato occasionale” la nostra idea di legge: l’articolo 80 definisce il campo di applicazione, l’articolo 81 ne prevede la disciplina. In sostanza la Carta non elude il problema del lavoro subordinato e occasionale, ma propone con quali modalità e strumentazione farvi ricorso. Quanto al tema non meno importante della responsabilità solidale tra committenti e appaltatori, ci sono gli articoli 90 e 91 con le “norme in materia di solidarietà negli appalti” e le “tutele dell’occupazione in caso di successione negli appalti”.

La Cgil rimane dunque in campo come soggetto politico di rappresentanza sociale, e continuerà, con la sua autonomia, le sue proposte e la sua azione contrattuale, a riportare il lavoro e i diritti universali al centro del confronto politico.

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