Vincenzo Pillai se ne è andato. Passano, nella mente, memorie collettive, ricordi, emozioni, discussioni aspre ed utili, anche; mille fotogrammi, a volte confusi, sgranati per il lungo tempo trascorso, a volte nitidi di una bella vita vissuta, per larghi tratti, insieme.

Vincenzo è stato metafora vivente di una lunga storia, la nostra storia comune. La memoria diventa autobiografia. E’ la vicenda, aspra ed affascinante, della Nuova Sinistra, quella nata con la critica “da sinistra” dello stalinismo, a cavallo tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70. Della costruzione di Democrazia proletaria, di cui è stato fondatore e dirigente appassionato, amante di Bloch e della sua utopia quotidiana come percorso di trasformazione.

Vincenzo ha ricercato sempre, incarnazione militante dell’elogio del dubbio. Come tutti i comunisti critici e un po’ eretici, non settari ma certo fermi nelle convinzioni di fondo. Il suo “sardismo” non fu mai sovranismo escludente, nazionalistico, ma autodeterminazione cosmopolita.

E’ stato un sindacalista classista e quindi attento alla dimensione della confederalità e, insieme, un ambientalista che viveva con le sue scelte di vita il rapporto con la natura. E’ stato capace di inchiesta sui singoli segmenti del proletariato e sulle composizioni organiche innovative del capitale, ma con una quotidiana ricerca dei nessi per la riunificazione del movimento anticapitalista.

Vincenzo è stato un militante a tempo pieno, un animale politico dove la politica non era ricerca del potere personale ma costruzione di strade per l’autorganizzazione delle masse. In questo è sempre stato attento alla dimensione dell’analisi e del progetto così come attento al rapporto con i movimenti reali, convinto che quando le persone si muovono, lì deve essere il comunista.

La sua militanza in Rifondazione comunista ha avuto queste stesse caratteristiche: sempre attento al bene dell’organizzazione, ma mai “fedele” di questo o quel dirigente. Perché Vincenzo è stato un dirigente vero, con la passione per le idee e le sue idee – che fossero in maggioranza o in minoranza poco importava – le ha sempre offerte alla riflessione collettiva nella ricerca della strada migliore per la trasformazione sociale.

Ha lottato, anche al di sopra delle proprie forze in una bella vita comunista, per “un mondo al rovescio”. Ci mancherai Vincenzo, la terra ti sia lieve. Un abbraccio a tua figlia Sara, alla tua compagna, e riposa in pace.

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