Il 19 gennaio scorso a Marghera (Venezia) si è svolta con successo l’assemblea nazionale di Cgil, Cisl e Uil su salute e sicurezza sul lavoro. Più di 500 partecipanti tra delegati e delegate, Rls, Rlst, Rlss, Patronati hanno dato vita alla conclusione di un percorso a più tappe, che ha visto il sindacato impegnato in una serie di assemblee su tutto il territorio nazionale, per favorire un documento finale programmatico nel quale verrà delineata la strategia sulla prevenzione contro infortuni e malattie professionali.

Perchè proprio a Marghera? Perchè rappresenta un pezzo significativo della storia del movimento operaio in Italia. Purtroppo, oggi le celebrazioni per il centenario di Porto Marghera si stanno trasformando perlopiù in operazioni di marketing e di interessi che poco hanno a che vedere con le grandi battaglie, lotte e mobilitazioni dei lavoratori e delle loro rappresentanze in un territorio devastato da una lunga scia di morte, malati e di disastri ambientali: quasi 5 milioni di metri cubi di rifiuti tossici trovati in 120 discariche abusive, grandi aree devastate da 1,6 milioni di tonnellate di sostanze inquinanti, 500mila versate nella laguna.

Recentemente sono stati resi i dati iniziali relativi alla prima grande ricerca sulla situazione dei 57 siti di interesse nazionale (Sin) italiani, dei quali Porto Marghera è il primo e il più grande (oltre 3mila ettari). Lo studio, finanziato e sottoscritto dalle massime autorità sanitarie, sottolinea come “agli eccessi di mortalità osservati per tutti i tumori, come tumore del polmone, della pleura, del fegato, del pancreas, della vescica, e per cirrosi epatiche, ha verosimilmente contribuito il tipo di occupazione”. Ora la situazione a Porto Marghera è diversa dal punto di vista delle attività ancora in corso: impianti e interi stabilimenti pericolosi sono stati chiusi, sono state introdotte migliorie tecnologiche, nuove normative sono entrate in vigore.

L’assemblea nazionale unitaria si è svolta in un contesto che vede il mondo del lavoro caratterizzato da dati Inail (2017) impressionanti: 635.433 infortuni, 1.029 mortali, e circa 60mila malattie professionali. Ottima la relazione introduttiva del segretario nazionale Cgil, Franco Martini, il quale si è soffermato su alcune parole chiave: infortuni e non incidenti; strategia adeguata, mirata e interdisciplinare; contrattazione fondamentale e diffusa; rappresentanza e attività sindacale nei luoghi di lavoro; alleanza sociale e con le istituzioni; partecipazione nel modello contrattuale unitario; cassetta degli attrezzi con investimento in formazione e conoscenza.

Interessante è risultato anche il lavoro di ricerca a cura di Impact-Rls: “Indagine sui modelli partecipativi aziendali e territoriali per la salute e la sicurezza sul lavoro. Il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e le interazioni con gli attori della prevenzione”. “...La ricerca dimostra che a quasi dieci anni dalla emanazione del decreto legislativo 81/2008 permangono diverse difficoltà per l’assunzione di un ruolo attivo da parte del Rls: condizione condivisa tra realtà aziendali molto diverse, per settore, dimensione e maturità del sistema di organizzazione e di gestione interne della salute e sicurezza. Nella maggior parte delle aziende l’Rls è ancora oggi ostacolato da diversi fattori che impediscono l’affermazione di un ruolo attivo e partecipativo, soprattutto a causa di sistemi di gestione immaturi che mortificano i diritti di informazione, consultazione e partecipazione (ovvero gli assi portanti di un sistema di prevenzione condiviso...”.

Le considerazioni finali dell’indagine hanno evidenziato anche principi e raccomandazioni per valorizzare il ruolo del’Rls: rafforzare le relazioni del Rls con gli altri attori della prevenzione (interni ed esterni); rafforzare il profilo di competenze del Rls. L’assemblea nazionale si è svolta subito dopo il tragico “evento” del 16 gennaio a Milano, dove quattro operai sono morti, e altri tre in gravi condizioni, per esalazione tossiche durante le operazioni di pulizia di un forno. Dopo l’assemblea, il 25 gennaio, altro lutto: nel deragliamento del treno a Pioltello (Mi), tre lavoratrici pendolari hanno perso la vita per raggiungere il proprio posto di lavoro.

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