Quasi sette anni fa, il 13 dicembre del 2011, a Firenze due giovani senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, furono uccisi a sangue freddo da Gianluca Casseri, un fascista di Casa Pound che poco dopo, circondato dalla polizia, si suicidò. Da allora non è cambiato niente. E nemmeno l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi, massacrato di botte un anno fa da un altro fascista, mentre a Fermo cercava di difendere la fidanzata, ha insegnato alcunché.

Come stupirsi dunque se per le strade di una tranquilla città di provincia come Macerata ci sia un altro fascio-leghista che cerca di fare strage di immigrati, sparando come un ossesso dalla sua auto? Luca Traini, con tatuato un simbolo nazista sulla fronte, ha ferito sei giovani, tutti immigrati, provenienti dal Ghana, dalla Nigeria, dal Mali. Questa volta per fortuna non rischiano la vita. Ma riuscirà a far riflettere il fatto che il giornale online più letto nella zona aveva subito indicato in due immigrati i responsabili della sparatoria?

La tentata strage di Macerata, osserva il sociologo Marco Revelli, si inserisce in un quadro spaventosamente degradato: “Viene dopo le oscene esternazioni della sindaca di Gazzada sul Giorno della memoria nella terra del leghismo. Dopo la pubblicazione in rete di un aberrante fotomontaggio in cui la testa mozzata di Laura Boldrini (terza carica dello Stato) appare sotto la scritta ‘Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici’. Dopo un lungo rosario di dichiarazioni, atti, ordinanze di sindaci leghisti, e sfregi da parte di squadristi fascisti, di cui si va perdendo il conto”.

Traini non è un pazzo, come hanno cercato di dire in tanti. Il suo è stato un atto terroristico, come quello di Casseri. La politica e i media se ne rendono conto? Pare proprio di no.

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