Bentornato contratto. Salutano così il nuovo contratto i Vigili del Fuoco: dopo nove anni finalmente si torna a parlare di contrattazione, diritti e tutele. La “maratona del lavoro pubblico per cambiare la pubblica amministrazione”, lanciata dalla Funzione pubblica Cgil, prosegue e, dopo la sottoscrizione del ccnl delle Funzioni centrali, consegue un altro importante risultato, rinnovando anche quello dei Vigili del Fuoco.

Nove anni durante i quali i Vigili del Fuoco non si sono certo risparmiati, continuando a garantire soccorso e sicurezza al paese, passando da un’emergenza all’altra. Nove anni che - semmai ce ne fosse stato bisogno - ci hanno fatto ancora di più apprezzare la differenza tra un contratto nazionale di lavoro ed i “bonus” governativi, senza garanzie, senza qualità, senza equità e senza effetti contributivi. Un contratto che non risolve certo appieno i problemi salariali dei Vigili del Fuoco, ma che getta sicuramente buone basi per andare avanti; un tassello strategicamente importante che va nella giusta direzione, per ottenere il quale la Fp Cgil ha sempre ostinatamente lottato e creduto, spesso in completa solitudine.

Un aumento medio lordo di circa 85–90 euro pro capite, a cui vanno aggiunte le risorse - 103 milioni di euro - stanziate dal governo per il riordino delle carriere e finanziare per la prima volta un assegno di specificità, mediamente dagli 80 ai 200 euro lordi, in base a livello ed anzianità di servizio, che riconosce e sancisce il principio di unicità del lavoro svolto dai Vigili del Fuoco. Chiusa la parte economica, rimangono da definire la parte normativa del contratto, da sempre aspetto importantissimo per la Fp Cgil, e il riordino delle carriere per cui sono stati accantonati e dovranno essere distribuiti 16 dei 103 milioni citati.

E’ un risultato importante, frutto delle rivendicazioni, delle manifestazioni, dei presidi messi in campo dalla nostra organizzazione, uniti ad una capacità unica di costruire un percorso rivendicativo, senza mai perdere di vista il principio di equità. Molte delle rivendicazioni della Fp Cgil Vigili del Fuoco sono state recepite, garantendo una distribuzione delle risorse certamente più equa.

Chi immaginava di togliere ad alcuni per vedersi riconoscere maggiori incrementi salariali, dovrà farsene una ragione. Il risultato ottenuto è il frutto del massimo impegno di squadra di tutta la Cgil, dalla Funzione pubblica alla confederazione, che ha sempre supportato con convinzione tutta la vertenza, e dell’immenso lavoro del nostro centro nazionale, che segue le politiche specifiche dei Vigili del Fuoco, che ha sempre saputo coniugare le rivendicazioni e le aspettative dei lavoratori con la necessità di non lasciare mai indietro nessuno.

E’ un risultato che non enfatizziamo, ma consideriamo un buon punto di partenza rispetto ai tanti problemi ancora da risolvere: salari adeguati al ruolo, ai rischi ed ai sacrifici richiesti quotidianamente ai Vigili del Fuoco; tutta la partita sui lavori usuranti dalla quale i Vigili del Fuoco sono stati estromessi; la necessità, oramai improcrastinabile, di inserire i Vigili del Fuoco nel sistema assicurativo Inail dal quale sono esclusi. Deve anche essere messa sotto la lente d’ingrandimento la sottaciuta problematica sulla salute e sicurezza di questi operatori del soccorso, esposti quotidianamente a ogni tipo di contaminazione e stress psicofisico, senza una adeguata rete di tutele capace di monitorare, indagare e certificare – prevenendoli - quali effetti, dopo anni di servizio, questi lavoratori possono subire.

La strada è ancora lunga e noi continueremo a percorrerla. Avremmo voluto certamente fare altro e di più: magari distribuire le risorse in maniera ancora più equa. Non ci siamo riusciti; in quei tavoli non eravamo soli e la sola Cgil rivendicava con forza questo principio che avrebbe maggiormente tutelato una parte importante del personale operativo, quali sono i vigili più giovani che ne escono penalizzati. I giusti riconoscimenti per i Vigili del Fuoco devono continuare ad essere ricercati attraverso lo strumento del contratto nazionale, proseguendo già con il prossimo Ccnl 2019-2021 e con la contrattazione di secondo livello. L’idea, sostenuta da alcuni sindacati autonomi, che questi possano essere perseguiti solo attraverso l’inserimento del Corpo nazionale nel comparto sicurezza si è dimostrata senza fondamento e non ci appartiene.

Ciò che serve è abbandonare l’onda populista e disgregante introdotta da chi ha come obbiettivo non il bene comune, ma il perseguimento di vantaggi corporativi ed individuali; oltre che tornare a quella piena militanza dei Vigili del Fuoco, riscoprendo così l’essenza dell’essere sindacato quale strumento partecipativo nelle mani dei lavoratori, capace di aggregare e di restituire voce e benessere a tutti.

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