Si succedono gravi episodi di fascismo e razzismo. È necessario riaffermare i valori della Costituzione antifascista, chiederne l’applicazione, fermare ogni formazione neofascista, e proseguire la battaglia culturale democratica. 

Sono trascorse poche settimane dai fatti di Macerata. Nel frattempo altri episodi si succedono con altrettanta gravità, dall’omicidio di un senegalese a Firenze, ai fatti di Pavia. Le distinzioni sono d’obbligo.

A Firenze il gesto di un codardo che non è in grado di gestire le sue responsabilità e indirizza la violenza su un passante innocente, guarda caso nero, dopo aver “risparmiato” una donna e un bambino, anch’essi di colore. La magistratura si affretta a dire che non ci sono basi razziali, ma la coincidenza è quantomeno strana, tanto più in una città dove la violenza omicida si era già scatenata conto i neri e la comunità senegalese.

A Pavia le case di alcuni cittadini vengono marchiate con la scritta “qui abita un antifascista”. Questi eventi, pur se differenti nella gravità, non devono essere considerati isolati o frutto di ignoranza o stupidità. Sono esito di un clima culturale alimentato da forze antidemocratiche, razziste e xenofobe, trasversale a tutto il paese, a tutti i livelli sociali e con episodi sempre più gravi e violenti.

A valle delle elezioni questo clima preoccupa ancora di più, visti gli esiti elettorali anche nella città di Macerata, a dimostrazione che l’attentato fascista e razzista non era isolato, ma inserito in un clima di diffusa diffidenza e ostilità verso stranieri, additati di ogni colpa, compresa quella di togliere il lavoro. “Prima gli italiani”, come afferma qualcuno! Significa prima i bianchi, gli uomini, le famiglie tradizionali con figli; difendere la razza, come pensa il neo governatore della Regione Lombardia?

A tutto questo ci dobbiamo opporre con determinazione, senza timidezza, anche se oggi può sembrare una posizione impopolare, che non porta consensi. Ma è l’unica in grado di difendere i valori della democrazia e della convivenza civile in questo paese. La manifestazione del 24 febbraio ha visto una grande partecipazione della Cgil, non solo perché era uno dei soggetti promotori, ma perché profondamente radicata nella battaglia antifascista. La partecipazione insufficiente della società civile sta a dimostrare che la strada da percorrere è ancora lunga.

È necessario riaffermare i valori della Costituzione antifascista, chiederne la ferma applicazione, fermare chi non si dichiara contro ogni forma di fascismo, e contemporaneamente proseguire la battaglia culturale, a partire dalle scuole, dai luoghi di lavoro, fra i nostri iscritti, i lavoratori, le leghe dello Spi, con una stretta collaborazione con l’Anpi e le altre associazioni democratiche e di difesa della Costituzione. Il lavoro da fare è ancora lungo, ma dobbiamo prendere posizione tutti, facendo una scelta netta. Qui abitano solo antifascisti, qui valgono solo i valori della Costituzione!

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