Le richieste della Fp alla ministra Buongiorno: stabilizzazione dei precari, piano straordinario per l’occupazione oltre lo sblocco del turn over, il rinnovo del contratto 2019-21, formazione del personale. 

Abbiamo avuto un’estate difficile, in cui le atroci vicende legate all’accoglienza negata ai migranti, e gli episodi di carattere xenofobo, hanno aumentato se possibile le nostre preoccupazioni sulla qualità della vita democratica e sul futuro del paese. Poi il crollo del ponte di Genova ci ha messo di fronte a un quadro spaventoso. Le imprese private, che nella retorica corrente dovevano assicurare più efficienza e meno corruzione rispetto alla gestione pubblica, non sono state in grado di garantire la sicurezza dei cittadini che ogni giorno transitavano sul ponte Morandi. Al netto delle responsabilità, tutte da accertare, emerge chiara la carenza di controlli e di interventi adeguati. Dalla privatizzazione del patrimonio pubblico non sono venuti i miglioramenti auspicati, e il degrado delle infrastrutture nazionali ne è la terribile dimostrazione.

Tutto questo ci impone di rivedere i rapporti tra pubblico e privato, e di ripensare il ruolo del servizio pubblico nella vita dei cittadini italiani, così come peraltro il documento congressuale Cgil “Il lavoro è” esplicita chiaramente. Ribaltare l’assioma che vede le privatizzazioni come inevitabili e necessarie per uno stato moderno significa partire innanzitutto dall’esistente, estendendo il perimetro pubblico attraverso un processo di progressiva re-internalizzazione di funzioni e di attività, non ultime quelle di prevenzione e controllo.

Da troppo tempo assistiamo ad una progressiva dismissione degli interventi di governo del territorio, della messa in sicurezza di tanta parte delle aree centrali e del sud del paese, della cura del patrimonio architettonico ed artistico. A quanto poco si investe in salute e prevenzione, in cultura e istruzione, a quanto poco si lavora alla realizzazione di un progetto complessivo di sviluppo. Serve più Stato, più lavoro pubblico.

Si deve partire subito dal pieno adeguamento e potenziamento degli organici, da più di un decennio in grave sofferenza sia a causa del blocco del turn-over che della riforma pensionistica. Anno dopo anno, è stato perso oltre il 10% dei dipendenti nei comparti di Funzioni centrali, locali e della Sanità pubblica. La Fp Cgil ha analizzato i dati del Conto annuale dello Stato già dallo scorso febbraio, indicando la necessità di programmare un piano straordinario di assunzioni. Si è fatta cassa (12 miliardi di risparmio dal 2009 al 2016) tagliando la spesa pubblica, bloccando assunzioni e salari nel pubblico impiego. Ora questa scelta politica non è più sostenibile, pena l’ulteriore riduzione degli attuali livelli dei servizi ai cittadini, alle comunità ed alle imprese, già ridotti all’osso.

Servono investimenti, così come i dati forniti in questi giorni dalla stampa mettono in evidenza. Bisogna stabilizzare i precari e incrementare il personale, sapendo che il nodo della carenza degli organici non verrà sciolto se non guardando a una prospettiva pluriennale: l’età media dei lavoratori pubblici è superiore ai 50 anni, con punte di quasi 55 anni nei ministeri. Nei prossimi 3-6 anni oltre il 40% degli attuali organici raggiungerà i requisiti per il collocamento a riposo, e la stima dei fabbisogni di personale necessario - secondo lo studio della Fp Cgil - per reintegrare e mantenere gli attuali livelli dei servizi e delle prestazioni è di circa 550mila unità.

Alla ministra Buongiorno sono state rappresentate, nel corso del primo incontro istituzionale, le priorità della categoria: “Stabilizzazione dei precari, il varo di un piano straordinario per l’occupazione nella Pubblica amministrazione che vada oltre lo sblocco del turn-over, il rinnovo del prossimo triennio contrattuale 2019-21, e un investimento concreto sulla formazione del personale”. Per restituire al servizio pubblico le risorse necessarie per far crescere i diritti di tutte e tutti.

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