Al lavoro e alla lotta

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La grandissima e bella manifestazione del 9 febbraio rappresenta l’inizio della mobilitazione unitaria per cambiare le politiche economiche e sociali del governo a trazione fascio-leghista.

Si è più che riempita la piazza storica del movimento sindacale. La “Cgil del noi” e del segretario generale Maurizio Landini ha avuto un ruolo preminente nella costruzione della mobilitazione, forte delle scelte del passato, dell’autonomia e della coerenza della Cgil guidata da Susanna Camusso.

Abbiamo vinto la scommessa, non facile, di portare in piazza la protesta e la proposta del sindacato confederale unitario, nei confronti di provvedimenti e di scelte economiche e sociali fatte da un governo sostenuto anche da una parte del “nostro popolo”, delusa dai precedenti governi.

La piattaforma rimette al centro la qualità del lavoro e dello sviluppo sostenibile, il ruolo insostituibile del sistema pubblico sanitario-assistenziale e scolastico. Ripropone i nodi rimossi con un pasticciato e iniquo sussidio di povertà, millantato per “reddito di cittadinanza”, e una risposta limitata, definita impropriamente “quota 100”, alla inderogabile necessità di superare la Fornero, riconoscendo diritti previdenziali ai giovani e ai precari, alle donne, doppiamente sfruttate, bloccando l’eterna rincorsa all’aspettativa di vita. E ancora una volta si prendono risorse negando la rivalutazione delle pensioni in essere.

Occorrono nuove politiche per creare lavoro, lotta all’evasione fiscale, rilancio degli investimenti pubblici e privati, dire no alle politiche razziste e ‘securitarie’, alla chiusura dei porti e alla criminalizzazione dei migranti e delle Ong. La priorità – come indicato dal nostro il Piano del Lavoro - è quella di creare lavoro: un lavoro di qualità e con diritti universali per tutti, per conquistare l’uguaglianza e la giustizia sociale. E un impegno per costruire una nuova e inclusiva Europa sociale.

L’unità sindacale si consolida con la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori, dei delegati e dei pensionati su obiettivi condivisi. La Cgil deve continuare a essere un riferimento per tutti coloro che vogliono cambiare, nel segno dell’uguaglianza, della solidarietà e della Costituzione: la lotta economica e politica non può essere disgiunta dalla lotta valoriale e culturale.

E’ stata una manifestazione militante, democratica che chiede al governo di modificare le sue politiche e varare provvedimenti che cambino la rotta, affrontando i nodi della povertà, della precarietà e dell’inefficacia delle politiche del lavoro. Creando prospettive di crescita e sviluppo del lavoro, in un paese ormai dichiaratamente in preoccupante recessione. Continueremo a mobilitarci non solo per modificare quello che c’è nella manovra finanziaria, ma soprattutto per quello che manca: un reale cambiamento. Per un paese migliore e più giusto.

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