La mobilitazione in Veneto per il diritto alla casa - di Paolo Righetti

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Edilizia residenziale pubblica in Veneto: mobilitazione sindacale per cambiare la normativa regionale. 

L’applicazione della nuova legge regionale e del nuovo Regolamento attuativo per l’edilizia residenziale pubblica del Veneto ha creato effetti inaccettabili e condizioni di forte criticità, in particolare per gli anziani e i nuclei familiari più disagiati.

Non è in discussione l’introduzione dell’Isee come strumento di riferimento reddituale, ad oggi senz’altro lo strumento più completo ed equo per valutare la situazione economica complessiva dei nuclei familiari e regolamentare l’accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie. Ma in questo caso i provvedimenti adottati dalla Regione - dalla declinazione specifica dell’Isee-Erp al vincolo reddituale per l’accesso e il mantenimento nell’assegnazione dell’alloggio (20mila euro), dalle modalità e criteri di calcolo dei nuovi canoni di locazione alle procedure per la mobilità obbligata - stanno determinando la perdita del diritto all’alloggio per circa seimila nuclei familiari, il rischio di trasferimenti di abitazione forzati e penalizzanti, un incremento dell’affitto mensile per circa l’80% degli attuali affittuari, in alcuni casi fino al 200-300% del canone precedente.

Per questi motivi abbiamo messo in campo un’iniziativa sindacale unitaria, con assemblee territoriali e un presidio programmato a livello regionale, per sollecitare la giunta e il consiglio regionale a una modifica sostanziale e tempestiva della normativa attuata.

L’aumento del valore limite Isee-Erp per l’accesso e ancor di più per la permanenza nell’assegnazione dell’alloggio, l’esclusione dalla mobilità dei disabili e degli anziani da anni radicati nel loro contesto sociale e territoriale, la ridefinizione dei criteri di calcolo dei nuovi canoni e dei tetti di sopportabilità, la definizione precisa delle situazioni da tutelare con l’intervento degli specifici Fondi di solidarietà, sono le principali richieste di cambiamento che stiamo rivendicando e sollecitando.

Più in generale, va soprattutto cambiata l’impostazione strategica e vanno ridefinite le priorità sulle politiche abitative. Anche in Veneto i dati evidenziano una grave carenza di alloggi disponibili, uno scarto forte tra l’offerta e una domanda crescente e sempre più diversificata: le domande di alloggi di Erp in graduatoria a fine 2017 erano infatti 14.748, di cui ad oggi solo 971 assegnati.

Non è accettabile che si affronti questa enorme carenza cercando di ridurre la platea degli aventi diritto, e portando i canoni di locazione a livelli vicini a quelli del mercato privato. La priorità è invece quella di rilanciare e finanziare un piano di investimenti per l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica, per garantire a tutti il diritto alla casa, per contrastare e ridurre uno dei principali fattori di povertà assoluta e relativa.

 

Per questo alla Regione Veneto chiediamo di ridefinire e rafforzare i piani e i programmi di intervento e di costruzione di nuovi alloggi in modo adeguato a soddisfare il fabbisogno abitativo nei diversi ambiti territoriali e per le diverse tipologie di domanda: nuclei con tanti componenti, monoparentali, con anziani, con disabili, coppie giovani, emergenze, finalità sociali, etc. Rivendichiamo l’incremento delle risorse necessarie, a partire dagli stanziamenti che stanno per essere definiti nella legge di stabilità regionale 2020 e nel bilancio di previsione 2020-2022. E chiediamo di fermare i piani di vendita degli alloggi, dando invece priorità alla manutenzione straordinaria e al recupero di quelli esistenti, rimettendo a disposizione le abitazioni sfitte e sostenendo progetti di riqualificazione urbana.

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