I nostri impegni per il prossimo futuro - di Raffaele Miglietta

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Intervento al Congresso nazionale Flc Cgil, Perugia 14-15-16 febbraio 2023.

I congressi sono l’occasione per definire gli obiettivi egli impegni del sindacato per il prossimo futuro. (…) Il primo indubbiamente è la pace che più che un proposito è una pre-condizione. Non c’è infatti alcun futuro se continuano a prevalere le ragioni della guerra, se si continuano a distruggere paesi e popoli in nome di una guerra per l’egemonia politica ed economica (da parte della Russia come da parte dell’Occidente), che vede sconfitte in primo luogo le classi sociali più deboli, sia in modo diretto nei teatri di guerra che in modo indiretto altrove.

Purtroppo anche le nostre classi dirigenti, pur di affermare i cosiddetti valori occidentali, sempre più premono per un maggior coinvolgimento militare, ignorando non solo i tanti disastri già prodotti ma anche i rischi a cui potrebbe andare incontro l’umanità intera a fronte di una possibile escalation nucleare. (…) In molti continuano a insistere sullo stesso slogan insulso per cui non può esserci pace senza giustizia (vale a dire che la pace si potrà avere solo quando i russi saranno sconfitti e puniti). Dimenticando che non potrà esserci nessuna giustizia, né umana né sociale, se non viene assicurata in primo luogo la pace, se non si estromette definitivamente la guerra dall’orizzonte umano quale mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, come dice la nostra Costituzione. (…)

Il secondo proposito è la solidarietà che, per brevità, consiste nell’opposto di quanto viene proposto dall’attuale governo con l’autonomia differenziata e il suo contraltare che è il presidenzialismo. Autonomia differenziata e presidenzialismo sono le due facce di uno stesso progetto, che consiste in un sistema politico e sociale egoistico e competitivo, e allo stesso tempo elitario e autoritario. Un progetto che è all’opposto dei principi di convivenza sociale, di solidarietà economica e di partecipazione democratica sanciti dalla nostra Costituzione.

Non è la prima volta che si interviene sulla Costituzione, non dimentichiamo che la strada alla modifica del titolo V fu aperta ormai più di 20 anni fa dall’allora centrosinistra. All’epoca, insieme ad una minoranza di italiani, votai no al referendum di modifica costituzionale (in contrasto con le indicazioni impartite dal centrosinistra ed anche dal sindacato) temendo le derive che ne sarebbero potuto derivare. Oggi paghiamo le conseguenze di quell’esito referendario. Il centrosinistra ormai pare dissolto ma la Cgil c’è e questa volta è dalla parte giusta, può rappresentare il pilastro attorno a cui raccogliere un ampio fronte in grado di opporsi al progetto governativo dell’autonomia differenziata e del presidenzialismo.

Il terzo e ultimo proposito riguarda la difesa del salario e della contrattazione. Tutte le recenti indagini hanno certificato le enormi divaricazioni di classe esistenti tra chi vive di lavoro e chi vive di rendita e profitto, ulteriormente aggravate con la crisi causata prima dalla pandemia e poi dalla guerra. Le divaricazioni derivano spesso da un lavoro che non c’è e che quando c’è è precario, discontinuo o malpagato. Anche i settori dell’Istruzione non sono da meno, gli stipendi dell’ultimo decennio hanno registrato gravi perdite che sono destinate ad aumentare con l’attuale inflazione a due cifre, mentre l’ultima legge di bilancio non ha stanziato nulla per il prossimo rinnovo contrattuale 2022-24, e nel frattempo ancora non si chiude il precedente contratto dell’Istruzione e Ricerca relativo al triennio 2019-21.

Occorrono urgenti cambiamenti nelle regole che disciplinano i rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione, prevedendo modifiche normative che assicurino lo stanziamento tempestivo in legge di bilancio delle risorse necessarie, e garantiscano il rispetto del termine triennale dei rinnovi contrattuali. Inoltre occorre ripensare i meccanismi di rivalutazione dei salari, prevedendo un sistema che garantisca la tutela rispetto all’inflazione reale e modalità certe del recupero dell’inflazione tra una tornata contrattuale e l’altra. Da ultimo, per i settori dell’Istruzione, una risorsa vitale per il Paese, occorre un finanziamento aggiuntivo, per colmare progressivamente ma tempestivamente il divario stipendiale nei confronti del restante personale del pubblico impiego e rispetto all’analogo personale dei paesi europei. Su questi aspetti la Cgil deve farsi carico di una proposta e di una vertenza, perché questo è il suo campo d’azione privilegiato.

Per concludere: pace, solidarietà e salari, è solo un primo elenco anche se molto ambizioso, ma d’altronde siamo la Cgil e non possiamo aspirare a meno.

Come diceva Vittorio Foa, la Cgil è sempre stata una organizzazione di tutela e allo stesso tempo di trasformazione politica e sociale. Oggi, a maggior ragione di fronte ad una sinistra politica che ha perso l’anima e il suo popolo, bisogna ricostruire attraverso l’azione sociale un nuovo disegno, una nuova sinistra. Questo credo sia importante, e credo non sia impossibile.

 

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