Citto Maselli, maestro, partigiano, rifondatore della sinistra anticapitalista - di Giovanni Russo Spena

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Citto, mio Maestro e fraterno amico, è stato un uomo fondante della Repubblica democratica. Un partigiano della Costituzione. Ma è stato anche, nella sua aspra complessità, un rifondatore della sinistra anticapitalista.

Negli ultimi giorni Citto era attentissimo al senso profondo delle lotte francesi, al dinamismo sociale che riparte in tante parti dell’Europa, ma anche degli Stati Uniti, della Cina. Perché Citto non era un accademico astratto, paludato, separato, ma la metafora dell’intellettuale “organico” gramsciano: il nesso tra intellettuali e classe operaia, intellettuali e partito, intellettualità e politica.

Citto era anche un comunista garantista e libertario. Citto ci ha insegnato che marxismo e comunismo vanno sempre declinati al plurale. Soprattutto ora che ci inoltriamo nel “mare in subbuglio del capitalismo in via di mutazione”. Citto ha creduto nella centralità della contraddizione tra capitale e lavoro. È sempre stato attento allo sfruttamento, alla condizione precaria, ad una precarietà che è diventata mutazione antropologica per le giovani generazioni. Citto viveva il comunismo come nome di questa eccedenza che, nonostante tutto, continua a far paura.

Citto ha parlato con l’arte, il simbolico. È importante, soprattutto, per ragazze e giovani, perché il simbolico è, purtroppo, oggi sequestrato dalle due destre, quella postfascista e quella liberista.

Citto ci chiede nei suoi film, che sono, insieme, ideologia e società: chi sono oggi le comuniste e i comunisti? Agli inizi della controrivoluzione neoliberale, mentre schiacciava i minatori e i sindacati inglesi, la Thatcher ripeteva, di continuo, “non esiste la società, esistono solo gli individui”. Citto ci dice: “Facciamola finita con l’individualismo competitivo” … Il suo comunismo è affermazione del carattere irriducibilmente sociale dell’individuo. Dando ragione al giovane Marx: “La soppressione della proprietà privata rappresenta la completa emancipazione di tutti i sensi”. La conquista di nuovi modi di sentire accompagna ogni processo di liberazione.

È utopia? Io credo alle parole di Anghelopulos: “La sinistra ha perso perché da tempo, ormai, le mancano le parole che parlano del futuro, dell’avvenire, del mondo”. Citto ci ha invitato a ricercare, ancora ricercare.

“La rivoluzione è la semplicità difficile a farsi”, scriveva Brecht. Ma noi, nel nome di Citto Maselli, continueremo a dare il nostro assalto al cielo.

 

 
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