Sacco e controsacco. Catania città tra passato e futuro - di Claudio Longo

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Le prossime elezioni amministrative a Catania godono della massima attenzione da parte dei vertici della politica nazionale, in modo particolare dei partiti del centrodestra. Non solo perché Catania è una città tra le più importanti del sud Italia e l’esito elettorale è considerato di grande interesse strategico per il futuro della coalizione che in questo momento governa il paese, ma anche perché, nei prossimi mesi e nell’immediato futuro, su Catania e il suo territorio arriveranno ingenti investimenti pubblici e privati che, inevitabilmente, stanno attirando la massima attenzione sulla città e la sua area metropolitana. Prova ne è il fatto che Giorgia Meloni ha voluto imporre ai suoi alleati il suo candidato sindaco, esercitando una pressione tale da convincere gli altri candidati di quell'area, scappati con fughe in avanti, a ritornare sui propri passi ed a accettare, senza se e senza ma, il candidato scelto dalla leader di Fratelli d’Italia.

Catania città e territorio ambito, che diverrà a breve un crocevia di grande interesse economico per tutta la regione e l’intero Mezzogiorno. Dal raddoppio ferroviario Catania-Messina all’ammodernamento della tratta ferroviaria Catania-Palermo, la superstrada Catania-Ragusa, le tratte della metropolitana ed altro ancora, senza considerare le risorse previste per i progetti finanziabili con il Pnrr. Tutto questo comporta, e non è un caso, anche l’interesse di investitori privati, in parte attratti da un territorio che potrebbe nei prossimi anni divenire strategico sotto il profilo industriale e commerciale. Non solo, un tale sviluppo economico diventa attrattivo e appetibile per speculatori, faccendieri e malavita organizzata.

Ed ecco che cominciano ad arrivare notizie di grossi investimenti privati di gruppi imprenditoriali, che nel recente passato sono stati oggetto di indagine da parte della magistratura, sfociati in qualche occasione con sequestri giudiziari.

La riforma del Codice sugli appalti aprirà un varco senza precedenti all’infiltrazione mafiosa nei bandi pubblici, e, anche qui non a caso, dietro l’alibi di snellire le procedure burocratiche si consentirà agli amici degli amici di avere la possibilità di gestire risorse pubbliche ingenti, che fanno gola ai poteri forti e agli affiliati delle famiglie mafiose. Tutto ciò creerà anche la condizione per investire, o meglio riciclare, risorse finanziarie di dubbia provenienza.

In questo scenario, non sfugge di certo il progetto che riguarda l’area della ex cementeria Italcementi, divenuta oggetto di attenzione e di investimento di un noto gruppo imprenditoriale che vanta “grandi tradizioni catanesi”, a partire dal gruppo Rendo, cavaliere del lavoro a Catania negli anni del primo boom economico, per finire ai Caruso di Paternò, che non a caso tra i propri familiari hanno avuto dipendenti che ricoprivano incarichi da dirigenti e capocantiere del gruppo che fu nelle mani dello storico cavaliere. I Caruso godono oggi di “consulenze professionali” che rappresento il top su Catania. Tra questi Antonio Pogliese, padre di Salvo ex sindaco di Catania, indagato per bancarotta fraudolenta dalla procura cittadina.

Sono forse queste le ragioni di tanto interesse sul destino di Catania, oppure è più semplicemente tanto amore nei confronti di una città che ha il privilegio di trovarsi alle pendici dell'Etna? Come si dice in questi casi, ai posteri l’ardua sentenza.

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