Le piattaforme dei Ccnl industria e cooperazione alimentare: un rinnovo all’altezza dell’importanza del settore - di Andrea Gambillara

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Solo in questi giorni, con il riconoscimento dello Iar - la quota economica mensile legata all’andamento di settore - si completerà l’attuazione dei precedenti rinnovi dei Contratti collettivi nazionali di lavoro dell’Industria alimentare e della Cooperazione alimentare.

In parallelo è stato già avviato, unitariamente, il percorso di approvazione delle ipotesi di piattaforme per affrontare la scadenza, in questo 2023, di entrambi i contratti.

Il settore dell’industria alimentare ha storicamente una tradizione contrattuale di grande coinvolgimento democratico. In questa tornata in particolare, memori delle notevoli difficoltà incontrate nei precedenti rinnovi dei Ccnl del settore, le lavoratrici e i lavoratori sono chiamati a condividere e approvare, ed anche emendare, come sempre, le richieste contenute nelle ipotesi che saranno loro sottoposte.

Stiamo vivendo cambiamenti sostanziali del mondo del lavoro. Alcuni di questi sono legati alla nuova consapevolezza che la pandemia ha lasciato in ognuno di noi. Nei lunghi periodi di lockdown, completo o parziale, ci siamo riscoperti come lavoratori e lavoratrici essenziali, per assicurare quotidianamente alle famiglie italiane chiuse nelle loro case i generi alimentari da mettere in tavola.

A questo impegnativo lavoro, che grazie ai Protocolli su salute e sicurezza firmati dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni datoriali si è svolto riducendo al minimo gli impatti del Covid19 sugli addetti dell’agroalimentare, si è aggiunto quello collegato al grande sviluppo del settore verso le esportazioni. Aspetto quest’ultimo che richiede certificazioni di qualità e quindi una sempre maggior professionalità, che ha contribuito ad accrescere ulteriormente il valore delle esportazioni.

La sempre più rapida accelerazione dell’evoluzione tecnologica e digitale delle produzioni alimentari è anch’essa un importante fattore di cambiamento. Al pari della necessità contingente, particolarmente forte in un settore che trasforma prodotti agricoli, di attuare concrete contromisure ai cambiamenti climatici. A causa del maltempo e della siccità nel 2022 c’è stato più di un contraccolpo nelle produzioni nazionali, e gli incendi, favoriti da temperature che nei mesi estivi sono arrivate attorno ai 40°C, hanno bruciato migliaia di ettari di boschi e anche di campi coltivati.

Sono indispensabili ed urgenti politiche e azioni di adattamento e di mitigazione del cambiamento climatico. Azioni che non devono avere il carattere dell’emergenzialità e della riparazione del danno, ma essere frutto di una pianificazione e programmazione strutturale, finalizzata alla resilienza e alla prevenzione.

Questo settore, dati alla mano, è l’avanguardia del ‘made in Italy’ nel mondo. È quindi capace, secondo noi, di sviluppare e condividere una discussione approfondita che affronti anche le sfide, importanti, dell’immediato futuro, oltre che essere nelle condizioni di redistribuire parte della grande ricchezza prodotta. Quindi di migliorare la qualità del lavoro, sia in termini di riduzione di orario a parità di salario, che rispetto alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro che erano avviati con contratti precari e a termine. Un obiettivo che deve essere accompagnato dal recupero all’interno delle aziende di quelle fasi produttive che negli anni scorsi erano state esternalizzate.

Le segreterie di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil propongono a lavoratrici e lavoratori di sostenere una proposta che, ambiziosamente, non chiede solo la necessaria crescita del salario fortemente eroso dall’inflazione, ma anche di condividere la prospettiva di utilizzare gli strumenti contrattuali per affrontare i temi dell’occupazione, della formazione continua, del ricambio generazionale. E di dare risposta anche alle crescenti esigenze, in particolare nelle giovani generazioni (ma non solo), verso una attività lavorativa che consenta un maggiore spazio alla realizzazione personale, e di accrescere la consapevolezza di quale sia il contributo che il proprio lavoro può dare alla ineludibile transizione in atto: ambientale, sociale ed economica.

Le assemblee nei posti di lavoro, gli attivi regionali e l’assemblea nazionale che sarà eletta potranno valutare le due ipotesi di piattaforma, e sostenere la volontà di costruire rinnovi contrattuali con l’obiettivo di veder riconosciute, e considerate adeguatamente, quelle esigenze che i tempi, e la condizione reale del lavoro e della società odierna, richiedono.

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