Damiano, un biologico poco sindacale - di Frida Nacinovich

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Erano i dinamici anni ‘60, quelli del boom economico, quando Pasquale Damiano ebbe l’idea di mettere in piedi un’azienda per produrre e vendere frutta secca. Un’azienda biologica, caratteristica che all’epoca non era certo di moda, come invece è successo in questo ventunesimo secolo. Una scommessa, agevolata da una localizzazione, la Sicilia, dove tradizionalmente la frutta secca è molto ricercata. Insomma fa parte della gastronomia dell’isola bella. All’inizio erano le mandorle, le nocciole che crescono sui monti Nebrodi, proprio dietro lo stabilimento di Torrenova, che venivano tostate, confezionate e distribuite nei negozi, poi sono arrivati i pistacchi, le arachidi e via via le creme spalmabili, i pesti, che nel tempo hanno reso l’azienda Damiano un’autentica leader del settore.

Basta dare un'occhiata al sito della Damiano Organic per capire il successo dei suoi prodotti biologici. Un’evoluzione che ha portato l’azienda a comprare anche appezzamenti di mandorleti nelle zone di Caltanissetta, Agrigento e Siracusa, e di noccioleti naturalmente sui monti Nebrodi. Materie prime coltivate secondo le tecniche biologiche - tecniche che oggi si studiano anche nelle facoltà di Agraria - e poi raccolte e trasformate in autentiche delizie per il palato.

Un’azienda che esporta in trenta paesi ha per forza di cose bisogno di personale esperto, sia nella parte produttiva che in quella commerciale. In quest’ultimo comparto è necessaria dimestichezza con le lingue. Magda Chilinska, di Varsavia, ha finito per lavorare alla Damiano spa. Perché, come tutti i suoi connazionali, ha una naturale predisposizione all’apprendimento delle lingue straniere. E grazie ai suoi studi universitari ha finito per padroneggiarne ben quattro, oltre la sua. Ma andiamo con ordine. “Sono arrivata in Sicilia nel 2001, con un gruppo di studenti - racconta Chilinska - Due settimane di vacanza nella provincia di Messina, e un’escursione alle isole Eolie dove mi arriva anche una proposta di lavoro. Mi chiedono di tornare per la stagione estiva come guida turistica”.

Magda è molto giovane, deve finire gli studi, si diploma a Varsavia e poi vola in Sicilia. “Ho lavorato tre mesi come accompagnatrice, guida turistica, e ho conosciuto un ragazzo che sarebbe diventato mio marito. Mi sono trasferita a Palermo e iscritta all’università”. Sono le porte girevoli, quelle che a un certo punto possono farti cambiare vita, specialmente quando di mezzo c’è l’amore. “Il mio sogno era quello di fare un’esperienza all’estero - confida Magda - preferibilmente in un paese caldo”.

Nel 2007 si laurea in lingue all’università di Palermo, continua a lavorare come guida turistica, e in parallelo in un’università privata come insegnante di inglese e francese. Poi finisce alla reception di un albergo a Capo d’Orlando, per un paio di stagioni. “Molto spesso gli ospiti dell’azienda Damiano alloggiavano da noi. Ho conosciuto il titolare, e quando mi ha detto che cercavano una persona che parlasse le lingue, ho mandato il curriculum. Ho fatto un colloquio, una settimana di prova e sono stata assunta. Inizialmente per tre mesi, poi per tre anni perché avevo meno di trent’anni”. Fin qui tutto bene. Poi però iniziano i problemi. “Alla fine doveva arrivare il contratto a tempo indeterminato. Invece sono riuscita a rientrare grazie ad un’agenzia interinale, tra l’altro costando di più all’azienda. Solo nel 2015 è arrivata l’agognata assunzione a pieno titolo”.

Oggi Magda è addetta al settore commerciale. “Quando sono arrivata eravamo la metà di quelli che siamo ora, e ci occupavamo di tutto, dalla produzione al controllo di qualità, dalle etichette al marketing”. Nel 2019 entra a far parte dell’azienda Progressio Sgr, un fondo di investimenti piuttosto conosciuto che inietta una quindicina di milioni in tre anni. “Sono arrivati quando l’azienda era all’apice del successo, quell’anno avevamo fatto 42milioni di fatturato, più del triplo di quando ero arrivata”.

Per Magda e i suoi colleghi e colleghe di lavoro si apre una fase complicata. “Ci siamo rivolte alla Flai Cgil perché in azienda c’era un malcontento generale. C’erano disparità di trattamenti con i nuovi arrivati, il tentativo di dividerci attraverso colloqui singoli. Con me non ci hanno nemmeno provato, sapevano in partenza che mi sarei arrabbiata”. La strategia del divide et impera funziona, le iscritte Flai Cgil restano solo due, Magda e una sua collega in produzione, anche lei polacca.

 

Nonostante le difficoltà in azienda, Magda Chilinska continua a fare sindacato, rivendicando gli scatti di livello che non arrivano, e studiando la contrattazione. Viene scelta come rappresentante sindacale aziendale, delegata dalla Flai di Messina, votata nel direttivo regionale e anche in quello nazionale. “Per tutta risposta l’azienda non mi ha mandata a una fiera di prodotti biologici in Germania, un appuntamento importante dove andavo tutti gli anni”. Magda non demorde, anche se ammette che l’atmosfera diventa sempre più pesante per lei, che ha la doppia colpa di essere molto preparata e di voler fare sindacato.

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