Spagna: la scommessa di Sumar, per “vincere e vivere” - di Núria Lozano Montoya

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Nello scorso mese di maggio hanno avuto luogo le elezioni municipali e delle Comunità autonome nella Stato spagnolo. Il risultato è stato un avanzamento molto significativo dei partiti di destra (il Partito popolare spagnolo, Pp) e di estrema destra (Vox), una formazione inseparabile dalla prima con la quale sta formando amministrazioni comuni in buona parte delle Comunità autonome e dei municipi in tutta la Spagna.

Il risultato ha motivato una convocazione anticipata delle elezioni generali da parte del presidente del governo, Pedro Sanchez, nel tentativo di evitare l’operazione di logoramento da parte delle Comunità autonome, la maggioranza delle quali controllate dalla destra. Come siamo arrivati a questa situazione? E come riuscire e continuare ad essere un’oasi a favore dei diritti, com’è il nostro Paese in questo momento?

Una prima questione da mettere in chiaro è che non stiamo parlando di una crescita dei voti ai partiti di destra, che hanno ottenuto cifre molto simili a quelle delle elezioni precedenti e anche hanno perso voti in alcuni territori, quanto di una caduta della partecipazione, tradotta in un’elevata astensione dell’elettorato di sinistra.

Questa realtà, insieme all’esistenza di un governo che ha attuato politiche del lavoro ed economiche avanzate, riferimento in tutta Europa, e ha dimostrato che sono possibili politiche alternative nella gestione della crisi, fuori dall’austerità applicata nella crisi del 2008, ci riporta ad una realtà peggiore: gli strati popolari del nostro paese se la stanno passando molto male. L’aumento del carrello della spesa e degli affitti non permettono di arrivare alla fine del mese e, per spettacolare che sia, l’azione del governo continua a non essere sufficiente per contrastare i profitti speculativi delle aziende alimentari e delle imprese energetiche. Questo per quanto la percezione della popolazione che non si faccia niente, non sia del tutto veritiera.

Allora vuol dire che bisogna raddoppiare gli sforzi per tornare a dare una visione alla gente, è nostro obbligo dare speranza in un futuro migliore, nel quale uniti possiamo superare questa situazione. E per questo, come forze di sinistra, abbiamo fatto una scommessa rischiosa ma quantomai necessaria: per la prima volta c’è una candidatura unica di tutta la sinistra alternativa, quindici organizzazioni si sono unite per formare “Sumar” e scommettere per la vita, per puntare su un Paese più libero, più giusto, più umano e con condizioni di vita minimamente dignitose.

In queste elezioni ci sono solo due possibilità: o governa il Pp più Vox, o governa il Psoe più Sumar. Ma perché si realizzi questa seconda possibilità il voto utile è quello a Sumar, un progetto guidato dalla ministra del Lavoro Yolanda Diaz, con politiche del lavoro internazionalmente all’avanguardia e la migliore valutazione da parte degli elettori.

La posta in gioco è il Paese per i prossimi anni, la posta in gioco è bloccare l’estrema destra, la posta in gioco è preservare il nostro sistema di diritti e libertà: i diritti di cittadinanza, i diritti delle donne, i diritti lgtbiq+, le nostre libertà politiche. Con Sumar siamo determinati a conquistare il governo, nessun Paese si può costruire sulla base della sofferenza. Di fronte alla cultura dell’odio, a favore del popolo, a favore del Paese, “Sumar per vincere, Sumar per vivere!”.

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