Il nostro contributo alla casa comune - di Giovanni Mininni

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Partendo dalla condivisione delle stesse battaglie sindacali, le compagne e i compagni di LS sono parte importante della maggioranza FLAI, nelle lotte per i diritti, contro caporalato e
lavoro nero.

Se mi fermo un momento e guardo indietro a cosa erano Alternativa Sindacale e poi Lavoro Società nella Flai, vedo, per prima cosa, un numero consistente di delegati e delegate dei luoghi di lavoro che sono diventati membri di segreterie se non segretari generali di importanti territori. Un aspetto, a volte poco approfondito e valorizzato: la nostra storia di militanza nella Cgil si è caratterizzata anche come importante strumento di selezione dei gruppi dirigenti della nostra Organizzazione. Senza legami organici con alcun partito nè con alcuna componente Cgil del passato, Lavoro Società ha rappresentato un canale di accesso nell’Organizzazione per tante delegate e delegati che hanno condiviso le battaglie sindacali condotte negli scorsi anni. E’ un aspetto positivo per tutta la Cgil e dovremmo riflettere sul fatto che un tale “meccanismo” funzioni sempre meno.

In Flai, le compagne ed i compagni di Lavoro Società partecipano a pieno titolo e con pari dignità alle scelte ed alle discussioni politiche della categoria.
Da tempo abbiamo fatto la scelta, consapevole e condivisa, di “essere maggioranza” nella nostra organizzazione, assumendoci la responsabilità di direzione ma facendo vivere, nella pratica e nella politica, le nostre posizioni e idee che, spesso, hanno rappresentato un valore aggiunto per l’intera categoria. Naturalmente abbiamo anche avuto un ambiente, in Flai, disponibile ad ascoltare le nostre proposte e ciò ha facilitato un confronto ed un incontro.

Le compagne ed i compagni di Lavoro Società sono spesso il motore di iniziative nel contrasto al lavoro nero, al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura. Penso alle denunce e alle iniziative che la Flai di Asti ha prodotto nelle ultime settimane, accendendo un riflettore sullo sfruttamento dei lavoratori immigrati nella raccolta dell’uva nelle ricche Langhe del Barolo. Oppure all’importante lavoro di sindacalizzazione nel settore della pesca in Puglia e in Emilia Romagna, dove compagne e compagni di Lavoro Società hanno spesso saputo costruire vertenze che partivano dal territorio per assumere valenza nazionale, divenendo parti delle piattaforme del CCNL di settore. E così a Padova, nella cooperazione agricola e in agricoltura, siamo stati promotori di importanti proposte, passate come emendamenti ed accolte nelle piattaforme per i CCNL degli scorsi anni.

Un contributo di qualità che, ancora, si è sostanziato nel lavoro fatto a Milano e a Cremona nei coordinamenti dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica e del Sistema degli Allevatori oppure in vertenze sui Consorzi Agrari, settori per nulla marginali nell’agricoltura lombarda, e che hanno visto delegati e segretari di LS in prima linea nel governo di vertenze molto delicate e difficili.
Così come sono state difficili e delicate molte vertenze all’Unilever di Napoli, una delle più grandi multinazionali del sud Italia, nella quale i delegati della Rsu di LS si sono distinti in diverse vertenze e nella crescita del consenso per la Flai. E per finire, senza fare torto a chi non ho citato, le difficili battaglie fatte a Frosinone contro la chiusura di importanti aziende alimentari o l’opera di coordinamento tra gli operai forestali a Latina, come in Sardegna ed in Sicilia, svolta con generosità da delegate e delegati di LS.

Un bilancio sicuramente positivo per la straordinaria avventura che abbiamo vissuto in tutti questi anni e per la crescita collettiva. Non abbiamo più formalizzato l’Area; le compagne ed i compagni di Lavoro Società della Flai hanno sostenuto che questa era una scelta giusta. Veniva proprio da quella modalità, che da tempo abbiamo attuato in categoria, di non prender parte alla vita della Flai ponendoci con un “noi” e “loro” verso l’antica “maggioranza” congressuale, ma rivendicando e agendo con pari dignità nelle proposte politiche e nel dibattito interno, senza settarismi e aprendosi ad ogni confronto, anche su questioni delicate e spinose quali ad esempio la bilateralità.

Non ospiti ma abitanti della stessa casa comune.

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