Ricordo di Filippo Ottone - di Beniamino Lami

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Mercoledì scorso stavo andando in macchina a Teramo per lavoro. Avevo da poco parlato con Teti che mi aveva assegnato il compito di introdurre questo nostro incontro e così ho cominciato a pensare alle cose che avrei potuto dire. Mentre stavo riflettendo su questo nell’abitacolo della macchina si diffondeva la musica di un CD di Bob Dylan che mi tiene spesso compagnia nei viaggi e così mentre stavo riflettendo ecco che dal cd escono, una in fila all’altra, tre canzoni : “Forever Young”, “Blowin’in the wind”, che per me è sempre stata associata alla frase che dice “risposta non c’è a tutti i perché o forse chi lo sa caduta nel vento sarà”. La terza canzone “Like a Rolling stones” richiama uno dei più famosi e importanti gruppi rock del nostro tempo e che ha scandito il ritmo della musica di cui hanno potuto godere la nostre generazioni. E’ stato come se Bob Dylan mi stesse dicendo: “ascolta, ti suggerisco io cosa dire agli amici che ti troverai di fronte”. Infatti, associare quelle tre canzoni a Filippo è stato naturale e immediato. La più semplice è stata quella dei Rolling Stones. Filippo amava la musica e soprattutto quella rock. Quella che però mi ha riportato maggiormente a lui è stata “Forever Young”. Filippo ci ha lasciati all’età di 69 anni, quindi non più giovane nel fisico, ma giovane dentro, perché la passione e l’energia che metteva nelle cose che faceva nel suo servizio al sindacato per difendere i più deboli e reietti di questa nostra ingiusta società, sono caratteristiche proprie dei giovani. Ed è questo suo rimanere giovane dentro che gli dava anche la forza di tenere in esercizio costante la propria mente dando così un contributo analitico libero e costruttivo. A volte poteva essere critico nelle sue analisi, ma mai distruttivo e questo gli ha consentito di essere uomo libero in qualsiasi occasione. Negli ultimi tempi, e qui mi riferisco all’ultimo congresso, non ha esitato a manifestare le proprie perplessità anche nei confronti dell’area di Lavoro e Società a cui faceva riferimento e questo lo ha fatto incurante delle scomuniche che gli sono piovute addosso. Filippo ha avuto un percorso sindacale lungo e intenso, pieno di soddisfazioni ma, come spesso capita, anche di momenti difficili. La sua esperienza sindacale credo che cominci con i primi incarichi negli anni ‘70 nella segreteria provinciale di Roma. La sua militanza politica in Democrazia Proletaria lo porta a schierarsi nelle componenti della sinistra sindacale presenti in CGIL ed anche nel sindacato dei lavoratori della scuola. Un percorso che ho condiviso ed in cui lui mi è stato maestro, punto di riferimento ineludibile ed amico. Un percorso in cui le sue rivendicazioni di riconoscimento politico non erano mai riferite a se stesso ma alla esperienza di cui faceva parte. E guardate che questo non è cosa di poco conto nella nostra organizzazione, in cui molto spesso si pensa prima a se stessi, alla propria collocazione e solo successivamente agli interessi dell’organizzazione e di coloro che questa rappresenta. 

Proprio questa mattina, parlando con Pino Patroncini per ricostruire un po’ la storia sindacale di Filippo, lui mi ha rivelato un particolare che non conoscevo: ad un certo punto decide di spostarsi da Roma a Milano perché si era innamorato di Silvana e voleva stare vicino a lei. Comunica così all’organizzazione questa sua intenzione aggiungendo che se poteva essere utile per qualsiasi cosa, potevano contare su di lui. In ogni caso il suo percorso sindacale non si interrompe e soprattutto continua e segue tutte le tappe di quella che vogliamo definire sinistra sindacale. Dalla terza componente passa a Democrazia Consiliare e poi da questa a Essere Sindacato. Ed è con la costituzione di Essere Sindacato che arriva l’ingresso in segreteria nazionale della CGIL scuola alla quale fornisce contributi di merito riconosciuti da tutti.
Ma il percorso della sinistra sindacale non si ferma e continua in qualche modo a seguire la frammentazione che caratterizza la sinistra politica e così si conclude anche l’esperienza di Essere Sindacato e nasce Alternativa Sindacale che nel sindacato scuola assume una rilevanza notevole in termini politici e quantitativi.

Quando il mandato di Filippo scade, mi chiede se mi andava di sostituirlo all’interno della segreteria e alla guida dell’area di Alternativa Sindacale. Lui sarebbe andato via con Silvana in Australia, dove avrebbe dato sfogo e soddisfazione a un’altra delle sue passioni: la fotografia.
Gli ultimi tempi di conduzione dell’area sono stati per lui molto difficili perché l’area era caratterizzata da un dibattito politico molto aspro e da una notevole litigiosità interna. Ha passato così un lungo periodo in cui non riusciva a dormire. Ed è stato allora, perché mi era amico, che forse preso da una sorta di senso di colpa, mi ha detto “Beniamino, sei proprio sicuro? ma chi te lo fa fare pensaci bene prima di prenderti questa gatta da pelare”.

Quando torna dall’Australia si mette nuovamente al servizio del suo sindacato, la CGIL e presta la sua opera nel sistema servizi a cui dà nuovamente con passione un grande contributo.
Ecco, questo era Filippo, una persona moralmente integra, intelligente, generosa, sempre giovane dentro, felice di vivere, convinto delle scelte fatte, dei suoi amori e delle sue passioni, una persona appunto giovane dentro. Ed è qui che arriva l’altra canzone di Bob Dylan, “quante le strade che un uomo farà e quando fermarsi potrà? Quanti mari un gabbiano dovrà attraversar per giungere e per riposare? Risposta non c’è o forse chi lo sa, perduta nel vento sarà.” l

 

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