Venezia resiste - di Salvatore Lihard

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Domenica 25 settembre in migliaia hanno partecipato alla festa per un’altra città ed un altro territorio.

Erano anni che a Venezia non si vedeva tanta e tanta gente in festa. Non una manifestazione ma una festa, domenica 25 settembre, uno stare assieme ed essere protagonisti, convinti della necessità di costruire una piattaforma rivendicativa contro le consolidate lobby di potere, sempre alla caccia matta e disperata di business con conseguente massacro della città. Veramente una bella giornata con stand gastronomici, aree gioco per bambini, gazebo per la distribuzione di materiale sulle tante storiche battaglie condotte dal movimento “No grandi navi” e dalle molteplici associazioni ambientaliste. Un importante evento storico.

A Venezia è tornata la voglia di manifestare, di testimoniare la propria esistenza contro l’idea dell’estinzione (ormai solo 50mila residenti nel centro storico contro una presenza di 35 milioni di turisti all’anno), di incontrarsi per strada e discutere collettivamente delle tante urgenze e problematiche da affrontare. Nuove associazioni nascono e si muovono assieme ai comitati storici, ai movimenti, alla Municipalità di Venezia, che rischia di essere cancellata assieme ad altre (democraticamente elette) dal nuovo “sindaco fucsia”.

Una bella domenica non solo per ribadire che le grandi navi non sono compatibili con il fragile sistema lagunare, ma soprattutto per evidenziare “molti sì per Venezia”: una vita in città, case per gli abitanti (per frenare la logica speculativa della trasformazione d’uso degli immobili), una città solidale e accogliente, una città non preda del turismo, una città senza moto ondoso (che sta distruggendo le fondamenta di interi palazzi), una città che abbisogna di finanziamenti statali per la manutenzione ordinaria e straordinaria.

La rabbia aumenta ancora se si pensa alle proposte progettuali di ulteriori scavi di grandi canali per ipotesi alternative al transito delle grandi navi, oppure agli 80 milioni di euro, ogni anno, per la manutenzione del Mose (ammesso e non concesso che funzioni). Eppure soluzioni alternative al transito in laguna dei giganti da crociera sono state presentate. Una in particolare – il progetto Dufferco - che prevede l’attracco delle grandi navi alla bocca di porto del Lido con importanti vantaggi. Così infatti non si intacca minimamente l’equilibrio idraulico-morfologico della laguna; si salvaguarda pienamente l’occupazione, che anzi aumenterebbe (seppur di una cifra lontana dai 100mila per il Ponte dello Stretto riproposto da Renzi…); si valorizzano gli investimenti finora effettuati; si prevedono tempi e costi di realizzazione inferiori a tutte le altre soluzioni prospettate all’interno della laguna; inoltre il progetto Dufferco ha già avuto un parere tecnico preventivo positivo dalla Commissione nazionale Valutazione impatto ambientale.

L’altro grande danno alla città, ma soprattutto alla salute, è quello dell’inquinamento. E’ proprio di questi giorni la notizia di una nave-colosso multata (30mila euro) dalla magistratura per aver utilizzato carburanti fuori norma. I militari della Capitaneria avevano prelevato campioni di fumi mentre la nave era in porto (dove i motori vengono sempre tenuti accesi, aumentando l’inquinamento anche a ridosso della città), e dopo le analisi di laboratorio si era accertato che il carburante aveva una quantità di zolfo del 2,8 per mille, ovvero quasi il doppio del limite previsto dalla legge a 1,5 per mille. La multa risale al maggio scorso, ed è stata tenuta nascosta fino ad oggi.

Anche per questo alla festa-manifestazione è stata proposta l’attivazione di serie e concrete misure antinquinamento, ovvero la predisposizione di una rete di rilevazione per il controllo e monitoraggio del traffico acqueo cittadino (il Canal Grande, ogni giorno, è sempre più preda di migliaia di imbarcazioni a motore) e lagunare, con l’installazione di un adeguato numero di centraline fisse e di nuova strumentazione per rilevazioni mobili. Tutte le imbarcazioni minori (trasporto pubblico e privato, taxi acquei, imbarcazioni da trasporto merci) dovrebbero dotarsi di filtri antiparticolato, catalizzatori per gli ossidi di azoto, e della migliore tecnologia per ridurre al massimo i vari inquinanti.