Curdi: dopo gli attacchi la resistenza crescerà - di UIKI Onlus

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Il governo turco ha dichiarato l’inasprimento di una guerra sotto ogni aspetto. Lo stato di emergenza del 15 luglio, con la decisione di dirigere la politica di guerra sia all’estero che all’interno, è stato prolungato dall’Akp, Partito per la giustizia e lo sviluppo del presidente Erdog˘an, per altri tre mesi. Con questa politica, da un lato si vuole alimentare il conflitto per distogliere l’attenzione della società dai propri problemi, dall’altro si continua una guerra sempre più pesante e sistematica contro le forze democratiche e i curdi. Di fronte a questa realtà, il movimento di liberazione curdo e le forze democratiche si trovano nella condizione di dover aumentare la forza della loro lotta.

Il potere dell’Akp cerca di nuovo di costruire una completa negazione dei curdi in Turchia e delle forze democratiche e di liberazione, per attuare un nuovo genocidio sistematico. La condizione di attesa scaturita dal periodo di non belligeranza ha avuto l’effetto di far indietreggiare la lotta durante l’anno passato. Di questa situazione ha tratto vantaggio il sistema di guerra dell’Akp, che vuole distruggere con un violento conflitto il movimento di liberazione.

Il potere dell’Akp attua una politica di forte repressione nelle città curde, le brucia e le distrugge. A S˛irnak, a Nusaybin, c’è ancora il divieto di uscire dai quartieri. Il potere dell’Akp continua l’oppressione delle popolazioni delle città che bombarda, e attua le sue politiche di violenza, oppressione e repressione tramite una guerra psicologica tale da rendere normale ogni barbarie.

Le pratiche attuate a Gewer, Silopi, Idil, Sur, Cizre, Nusaybin, S˛irnak non si possono considerare normali. Non si deve lasciare sola la popolazione di questi luoghi. Non devono essere lasciate allo spietato potere dell’Akp. Un compito importante di tutte le forze politiche e le organizzazioni democratiche è quello di interessarsi ai problemi della popolazione di queste città e risolverli. Il popolo deve assolutamente vedere al suo fianco le forze democratiche.

Con la scusa dello stato di emergenza, lo stato turco ha aumentato ancor di più la repressione contro il popolo curdo. Anche precedentemente, la repressione e l’oppressione erano continuate al di fuori di un quadro giuridico e legislativo. Erdog˘an, aveva dato istruzioni dicendo a tutti di “non sentirsi dipendenti dalla legge”: ormai viene portato avanti ogni genere di repressione, oppressione e arresto, senza tener conto di nessuna legge, morale e coscienza. La dura repressione seguita al tentativo di colpo di stato ha ulteriormente aggravato la drammatica situazione democratica del paese.

Una repressione che non ha risparmiato il mondo degli accademici e degli intellettuali, e tutte le forze democratiche che hanno espresso un forte rifiuto del ritorno ad una concezione di guerra: 2.468 militanti e dirigenti del Hdp, Partito democratico dei popoli, e del Partito democratico delle regioni (Dbp), sono stati incarcerati nel corso dell’ultimo anno. Anche la volontà popolare espressa dal voto di milioni di elettori nella regione curda di Turchia viene cancellata dallo stato turco: 18 co-sindaci delle municipalità curde sono stati rimossi dall’incarico per aver dichiarato l’autogoverno, e 24 municipalità gestite dal Dbp commissariate, designando amministratori fiduciari.

Proprio in questi giorni il governo turco cerca di far fuori tutti i mezzi di comunicazione che raccontano di questa feroce guerra in Turchia, chiudendo dodici canali televisivi e undici stazioni radio. Incluse IMC tv, un canale televisivo per bambini; Zarok TV, un canale alavita; TV10 e Jiyan TV, il primo e unico canale in Turchia in dialetto Zazaki. Un tentativo molto simile sta avendo luogo anche in Europa. Il gruppo Eutelsat ha inviato una e-mail a Hotbird, un gruppo di satelliti gestito da Eutelsat, e ha dichiarato di fermare immediatamente la trasmissione di Med NUCE e Newroz Tv sul satellite. Con questa decisione, Eutelsat diventa sostenitore e partner della politica di attacco di Erdog˘an contro i media indipendenti.

È ampiamente riconosciuto che non ci può essere un vero processo di pace tra lo stato turco e il popolo curdo mentre il leader curdo è incarcerato in isolamento, e gli viene negata qualsiasi forma di comunicazione con l’esterno. Perciò è vitale il riconoscimento e sostegno ad Abdullah Ocalan per la liberazione del popolo curdo e per la pace in Medio Oriente. E’ molto importante fare pressione sul governo italiano, perché non sia complice dei vergognosi attacchi contro il popolo curdo e la società civile in Turchia. Contro la politica dello stato turco il compito delle forze democratiche e del popolo curdo è quello di resistere. Non c’è altra via. O si otterrà una vita democratica e libera, o si resisterà per esistere.

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