Treviso-Senegal, andata e ritorno - di Nicola Atalmi

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Una delegazione della Cgil di Treviso in Senegal.

Continua il progetto di cooperazione internazionale e volontariato che lega la città di Treviso alla città santa di Touba in Senegal. Anche quest’anno, in occasione del grande pellegrinaggio musulmano al Gran Magal della confraternita Mourid (il secondo per dimensioni dopo quello de La Mecca), la delegazione trevigiana di “Touba chiama Vrenetio” ha portato nella città africana aiuto e sostegno tecnico e logistico. Ma questa volta si è aggiunta una iniziativa della Cgil sul tema delle migrazioni.

Partita a inizio novembre e guidata dalle associazioni I Care, La Tenda e dall’Associazione dei Senegalesi in Italia, la delegazione trevigiana, alla sua quinta missione, ha visto quest’anno la presenza della Cgil di Treviso, con il responsabile politiche delle migrazioni e segretario provinciale. Ne hanno fatto parte medici, infermieri e ingegneri, tutti volontari che offrono assistenza organizzativa, logistica e sanitaria; che hanno, inoltre, consegnato i materiali raccolti durante l’anno grazie all’impegno e alla sensibilità dei trevigiani.

Tra le diverse dotazioni, anche due pullman ricondizionati donati dalla locale azienda dei trasporti Mom per il trasporto dei bambini (Progetto Mercurio), e un container di macchine da dialisi e medicinali. La Cgil, oltre a sostenere l’iniziativa di cooperazione, ha anche organizzato una serie di incontri con le autorità civili e religiose di Touba, Dakar e della Casamance, per informarli sulle terribili condizioni in cui vengono a trovarsi i giovani senegalesi e degli altri paesi del sub-Sahara che intraprendono il viaggio verso l’Europa attraverso la Libia, mettendosi nelle mani dei trafficanti di uomini senza scrupoli.

I senegalesi peraltro, una volta arrivati in Italia, non riescono quasi mai ad ottenere lo status di rifugiato, per cui rischiano di rimanere per mesi, quando non anni, in strutture di accoglienza per poi rimanere senza permesso di soggiorno, e senza la possibilità di raggiungere altri paesi europei. Questa sorte tocca sempre più spesso anche alla stragrande maggioranza di persone che vengono dagli altri paesi del sub-Sahara che non ricadono nei criteri del diritto internazionale per ottenere l’asilo o la protezione umanitaria.

Purtroppo abbiamo potuto verificare che questa drammatica verità non arriva nei villaggi e nelle città africane. Per questo motivo abbiamo predisposto un video in wolof e jola con interviste a ragazzi che si sono venuti a trovare in queste drammatiche condizioni, e che grazie alla collaborazione di sindaci, giornalisti e della confraternita Mourid ha cominciato da subito ad essere diffuso nelle televisioni locali e sui social network.

Assieme a questa azione di controinformazione dal basso, la Cgil di Treviso è impegnata anche in altre due iniziative di cooperazione con il Senegal: la prima è quella del rientro volontario assistito finanziato da programmi europei, che permette a quanti non abbiano ottenuto lo status di rifugiato di rientrare nel proprio paese con risorse per avviare una propria attività lavorativa; la seconda è il sostegno e la promozione di piccole attività produttive, anche con programmi di formazione qui a Treviso, perché possano trovare in Senegal una opportunità di lavoro e di sviluppo per i giovani. Perché non siano costretti ad abbandonare la loro terra.

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