Torino. L’Italia siamo già noi! - di Elena Petrosino

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Un largo fronte associativo mobilitato per l’approvazione della nuova legge sulla cittadinanza.

Il fenomeno delle migrazioni rappresenta la cartina di tornasole della società, con tutte le sue opportunità e contraddizioni, motivo per cui è ormai diventato il tema dirimente su cui vengono giocate le campagne elettorali in Italia e nel mondo. In Italia, già da alcuni mesi, siamo dentro una campagna mediatica e politica che volutamente sovrappone e confonde il tema degli arrivi via Mediterraneo e quello del riconoscimento della cittadinanza a bambini e ragazzi, alimentando in questo modo l’insicurezza e la paura delle persone.

In fondo, in un contesto sociale ed economico ancora così fragile, fatto di poco lavoro spesso precario e povero, è facile mettere le persone le une contro le altre. Del resto questo è stato ed è il modus operandi delle politiche governative di questi anni, dalla riforma del mercato del lavoro alla previdenza. E a livello internazionale la situazione non si discosta di molto: basta osservare dove è previsto il riconoscimento dello ius soli, temperato o meno, che dà la cifra dei paesi che “importano” o “esportano” manodopera a basso costo.

Per contrastare questa deriva sociale e mediatica, a Torino abbiamo costituito un comitato “L’Italia siamo già noi!”, formato da una cinquantina tra associazioni, singoli, Cgil, Cisl, Uil e alcuni partiti, e abbiamo promosso una serie di iniziative pubbliche. Abbiamo deciso di mobilitarci per fare pressione affinché il Senato voti entro la fine della legislatura il disegno di legge per la riforma della cittadinanza che introdurrebbe significativi miglioramenti per l’accesso alla cittadinanza dei minori di origine straniera, attualmente italiani di fatto ma non di diritto, attraverso lo ius soli temperato e lo ius culturae.

Abbiamo raccolto il primo appello lanciato a livello nazionale dagli “Insegnanti per la Cittadinanza”, organizzando il 20 ottobre un sit-in in piazza Castello, un’azione simbolica insieme alle scuole e alla cittadinanza: lettura della Costituzione, e spazio a coloro che vedono negato un diritto di fatto poiché pagano gli effetti dei gravi ritardi del Senato e della politica italiana. Dal pomeriggio abbiamo animato un presidio permanente di 15 giorni - 24 ore su 24 - in piazza Castello, per informare le persone, per avere un confronto con i cittadini, e per fare un’azione pubblica e visibile che costringesse le persone e la politica a prendere posizione.

La risposta della città è stata straordinaria: un grande passaggio di persone che ci ha permesso di raccogliere in pochi giorni oltre 4mila firme (anche quelle di Roberto Saviano, Gian Carlo Caselli, Don Luigi Ciotti), a sostegno della petizione di “Italiani senza cittadinanza” per la calendarizzazione del disegno di legge in Senato. Una grande solidarietà cittadina con condivisione di momenti di confronto, cibo, musica... e freddo a tratti. Contemporaneamente c’è stata la latitanza dell’amministrazione comunale che, invitata, si è sottratta al confronto e alla condivisione di un percorso. Il presidio si è concluso il 3 novembre con una grande festa pubblica in piazza, animata da interventi, canti e balli, per dire che davvero l’Italia siamo già noi, e che è necessario fare informazione corretta e superare le paure.

L’impegno del comitato non si ferma qui e continua con il sostegno alla mobilitazione nazionale di lunedì 20 novembre, lanciata dagli “Insegnanti per la Cittadinanza”, in occasione della “Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Nella stessa data una delegazione del comitato torinese viene ricevuta a Roma, in Senato, dal presidente Piero Grasso, che più volte si è espresso sulla conclusione dell’iter del disegno di legge sulla cittadinanza perché “integrare, riconoscere i diritti e i doveri, dare opportunità significa fare sicurezza, progettare il futuro della nostra società in maniera lungimirante”.
Ancora lunedì 20 novembre, a Torino, alle ore 17.30 davanti alla Prefettura, un nuovo presidio cittadino in occasione della mobilitazione nazionale, contemporaneamente alla riunione del consiglio comunale poiché, nella stessa giornata, è stato richiesto un incontro alla sindaca Chiara Appendino e agli assessori Marco Giusta, Sonia Schellino e Federica Patti, per avere un confronto sui temi della cittadinanza e sul disegno di legge.

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