La FLC CGIL è ancora una volta il primo sindacato nei settori della conoscenza - di Anna Fedeli e Luigi Rossi

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La FLC CGIL si conferma primo sindacato nella conoscenza. Dal voto una forte spinta per una nuova stagione contrattuale e una vera centralità di istruzione e formazione pubblica

Idati definitivi dell’elezione delle Rsu del 3,4,5, marzo 2015 hanno registrato la vittoria della Flc Cgil. Un risultato eccezionale, frutto del lavoro e della passione di compagne/i che, nonostante il taglio del 50% dei distacchi e la necessità di far fronte comunque ai tanti impegni quotidiani, hanno permesso alla Flc Cgil di essere ancora una volta di gran lunga il primo sindacato nei settori della conoscenza. Grazie a questo straordinario impegno abbiamo registrato una massiccia partecipazione (circa 80% degli aventi diritto) che ha confermato la maturità democratica dei lavoratori pubblici. Abbiamo presentato le liste Flc nel 95% delle istituzioni (scuola, università, ricerca e afam), coinvolgendo decine di migliaia di candidati che, con la loro credibilità, hanno convinto la maggioranza dei lavoratori, sia stabilizzati che precari (grazie alla Flc hanno goduto per la prima volta dell’elettorato attivo e passivo), spesso non iscritti ad alcun sindacato, a votare per le liste della Flc.

Questo risultato va ascritto anche al gruppo dirigente (nazionale e territoriale) che ha valorizzato, attraverso le proposte (su precariato docente e ata, contrattazione, valutazione e valorizzazione professionale) e le mobilitazioni (dagli scioperi nazionali agli ultimi sit in), l’identità della Flc Cgil nel nuovo, complesso e inedito quadro politico e sociale. Con l’approvazione del Jobs Act si cancella lo Statuto dei lavoratori e si determina la rottura tra lavoro, diritti e democrazia e, insieme alla negazione della contrattazione nazionale, si tenta di colpire la funzione di rappresentanza dei sindacati confederali e in particolare della Cgil. La grande partecipazione al voto e i risultati ottenuti dalla Flc Cgil sono una chiara risposta a chi punta alla delegittimazione del sindacato e ripropongono a tutto il paese una nuova grande sfida democratica.

Nei prossimi mesi sarà promosso un vasto programma di formazione rivolta alle rsu e apriremo, anche in vista della conferenza di organizzazione, una riflessione sulla loro centralità per favorire un maggiore radicamento sui posti di lavoro anche con la costruzione di reti territoriali.

Il lavoro e la conoscenza, con il Jobs Act, la proposta governativa sulla “buona scuola” e il blocco dei contratti, sono sottoposti a un duro attacco. È esplicito il tentativo di cancellare valori fondamentali della Costituzione per affermare la centralità delle imprese sui processi economici e sociali.

Il governo, evitando qualsiasi confronto con il sindacato, propone un modello di scuola che non prevede investimenti sulla qualità dell’offerta formativa e mortifica ulteriormente il personale docente e ata. Il governo ha via via ridotto il numero dei soggetti interessati alla stabilizzazione del precariato, mortificando le speranze di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che da anni lavorano nella scuola pubblica. Si contrappongono interessi e aspettative invece di favorire l’unità dei precari per ridare senso e valore al lavoro nei luoghi della conoscenza. E’ necessario invece tornare a investire in istruzione, formazione e ricerca per costruire una società più giusta e valorizzare il lavoro, innalzando l’obbligo scolastico a 18 anni, in un quadro legislativo che garantisca il diritto all’apprendimento in tutto l’arco della vita.

Non si vuole affrontare il tema del diritto allo studio a fronte di una crescita del disagio sociale che preclude la possibilità a tantissimi ragazze e ragazzi di accedere agli studi.
I lavoratori e le lavoratrici, con il voto che conferma la Flc come primo sindacato in tutti i settori della conoscenza, ci impegnano a continuare le mobilitazioni e le iniziative contro i contenuti del disegno di legge governativo e per aprire una nuova stagione contrattuale .Idati definitivi dell’elezione delle Rsu del 3,4,5, marzo 2015 hanno registrato la vittoria della Flc Cgil. Un risultato eccezionale, frutto del lavoro e della passione di compagne/i che, nonostante il taglio del 50% dei distacchi e la necessità di far fronte comunque ai tanti impegni quotidiani, hanno permesso alla Flc Cgil di essere ancora una volta di gran lunga il primo sindacato nei settori della conoscenza. Grazie a questo straordinario impegno abbiamo registrato una massiccia partecipazione (circa 80% degli aventi diritto) che ha confermato la maturità democratica dei lavoratori pubblici. Abbiamo presentato le liste Flc nel 95% delle istituzioni (scuola, università, ricerca e afam), coinvolgendo decine di migliaia di candidati che, con la loro credibilità, hanno convinto la maggioranza dei lavoratori, sia stabilizzati che precari (grazie alla Flc hanno goduto per la prima volta dell’elettorato attivo e passivo), spesso non iscritti ad alcun sindacato, a votare per le liste della Flc.

Questo risultato va ascritto anche al gruppo dirigente (nazionale e territoriale) che ha valorizzato, attraverso le proposte (su precariato docente e ata, contrattazione, valutazione e valorizzazione professionale) e le mobilitazioni (dagli scioperi nazionali agli ultimi sit in), l’identità della Flc Cgil nel nuovo, complesso e inedito quadro politico e sociale. Con l’approvazione del Jobs Act si cancella lo Statuto dei lavoratori e si determina la rottura tra lavoro, diritti e democrazia e, insieme alla negazione della contrattazione nazionale, si tenta di colpire la funzione di rappresentanza dei sindacati confederali e in particolare della Cgil. La grande partecipazione al voto e i risultati ottenuti dalla Flc Cgil sono una chiara risposta a chi punta alla delegittimazione del sindacato e ripropongono a tutto il paese una nuova grande sfida democratica.

Nei prossimi mesi sarà promosso un vasto programma di formazione rivolta alle rsu e apriremo, anche in vista della conferenza di organizzazione, una riflessione sulla loro centralità per favorire un maggiore radicamento sui posti di lavoro anche con la costruzione di reti territoriali.
Il lavoro e la conoscenza, con il Jobs Act, la proposta governativa sulla “buona scuola” e il blocco dei contratti, sono sottoposti a un duro attacco. È esplicito il tentativo di cancellare valori fondamentali della Costituzione per affermare la centralità delle imprese sui processi economici e sociali.

Il governo, evitando qualsiasi confronto con il sindacato, propone un modello di scuola che non prevede investimenti sulla qualità dell’offerta formativa e mortifica ulteriormente il personale docente e ata. Il governo ha via via ridotto il numero dei soggetti interessati alla stabilizzazione del precariato, mortificando le speranze di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che da anni lavorano nella scuola pubblica. Si contrappongono interessi e aspettative invece di favorire l’unità dei precari per ridare senso e valore al lavoro nei luoghi della conoscenza. E’ necessario invece tornare a investire in istruzione, formazione e ricerca per costruire una società più giusta e valorizzare il lavoro, innalzando l’obbligo scolastico a 18 anni, in un quadro legislativo che garantisca il diritto all’apprendimento in tutto l’arco della vita.

Non si vuole affrontare il tema del diritto allo studio a fronte di una crescita del disagio sociale che preclude la possibilità a tantissimi ragazze e ragazzi di accedere agli studi.
I lavoratori e le lavoratrici, con il voto che conferma la Flc come primo sindacato in tutti i settori della conoscenza, ci impegnano a continuare le mobilitazioni e le iniziative contro i contenuti del disegno di legge governativo e per aprire una nuova stagione contrattuale .

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