Va riconosciuto il notevole sforzo di Sinistra Sindacale per fornire ai militanti continui spunti critici di riflessione. Col pressante invito a non sottovalutare il tema dello stato dell’Organizzazione.

Tocca all’Organizzazione adoperarsi creando occasioni di discussione e confronto, indispensabili per alimentare un’iniziativa coinvolgente che deve necessariamente salir di tono e continuità.

A ottant’anni dalla Liberazione, la Costituzione, largamente inapplicata, torna sotto attacco. La Pace a serio rischio. Crescono a dismisura diseguaglianze e povertà. Anche a causa di salari poco dignitosi che non forniscono tutele sufficienti.

C’è un altro futuro che ci aspetta! Da riconquistare attraverso lotte, mobilitazioni, radicalità. Il 2025 dev’essere anno di forte impegno a difesa di democrazia, libertà di informazione, diritti per un welfare inclusivo.

Siamo pronti e attrezzati per dare risposte adeguate ed affrontare la primavera referendaria? Contro autonomia differenziata, egoismi, indifferenza, rassegnazione, si deve reagire e affermare diritti del lavoro. Serve al Paese una Cgil robusta e più aperta alla società. Di più: un gruppo dirigente non omologato, né autoreferenziale, senza preoccupazioni di conservare quel poco che si ha. Consapevole di essere soggetto politico di trasformazione.

Un quadro dirigente capace di stimolare ed estendere partecipazione, presente in modo assiduo nei luoghi di lavoro e nella società più in generale, ove le persone vivono spesso in solitudine drammi e problemi quotidiani. Un gruppo dirigente espressione di questi bisogni veri, di una rinnovata volontà di reagire con lavoro paziente, azione costante e di lunga lena.

Siamo, purtroppo, ancora distanti dalla migliore condizione. A giudicare dalle situazioni del nostro territorio. Precedenti e reiterati interventi – anche su questo periodico – si sono incaricati di individuare criticità, limiti, carenze, insufficienze nell’azione rivendicativa non sempre in grado di assumere – anzi, ponendoli a volte in secondo piano – obiettivi invece strategici, quali la ricomposizione contrattuale, un Ccnl unico per migliorare trattamenti e muovere passi concreti per unificare davvero il mondo del lavoro.

Abbiamo più volte posto il caso della Asso di Osimo, azienda pubblica che gestisce importanti servizi comunali attraverso dipendenti suddivisi in più Ccnl. Non è cambiato nulla. Pochi diritti, bassi salari. E il caso della ristorazione scolastica ad Ancona? Assistiamo a cambi di appalto con aziende in salute e bilanci floridi: raddoppiano utili e reddito operativo. Tutto sulle spalle delle lavoratrici: per loro non cambia mai nulla! “Qualcosa non va”, dicono. Precarietà: sembra tema sparito dai radar.

Un’azione lenta, in generale, non di rado burocratica, lontana da esigenze conclamate che fa perdere consapevolezza, fiducia e consenso delle persone. Ultimo esempio in ordine di tempo? Di recente è stato sottoscritto il Ccnl Uneba, applicato in diverse realtà assistenziali. In tempo di salari sostanzialmente fermi da decenni, lor signori non hanno perso occasione per mettere in relazione aumento delle rette agli ospiti e pochi spiccioli sudati da lavoratrici e lavoratori del settore. È toccato a uno di loro, un giovane dai trascorsi in consiglio comunale che ha trovato spazio nella stampa locale, intervenire a difesa degli ultimi. La Camera del Lavoro del comune capoluogo, lato sensu, quanto meno distratta. Silente. Al solito.

È diffusa la preoccupazione tra compagne e compagni che scelte in atto per condurre strutture importanti possano esser compiute senza valutare effettive capacità di guida, tanto più nell’attuale fase che presenta peculiarità note. Occorre estrema attenzione e saggezza per valorizzare al meglio ogni risorsa interna disponibile, in ragione di esigenze che il contesto attuale, tutt’altro che ordinario, richiede.

È il momento di costruire, con un pensiero più avanzato, una iniziativa pressante; tutti insieme, educando ad un costume diverso giovani leve per un rinnovamento indispensabile. Ci si deve sentire unitari, ma più liberi con uno spirito anticonformista.

Sinistra Sindacale ci ricorda il prossimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. In un recente convegno che ha di fatto lanciato la campagna referendaria – una campagna che richiederà tutte le energie – è stato citato il monito di Piero Calamandrei: “Fino al 1924, resse la generosa illusione della libertà che si difende da sé, come una forza di natura”. Il cedimento al fascismo “non fu viltà o debolezza, fu disorientamento ed errore di gente onesta e civile” di fronte all’evidenza che in Italia si insediava un’“anemia critica”, una “stomachevole uniformità di tutti i giornali”, una “ributtante retorica, penetrata come un contagio”.

La nostra Cgil, ad ogni livello, ha bisogno di una direzione all’altezza del grave momento che il Paese attraversa: una guida solida e soprattutto coerente con obiettivi di efficace ed incisiva azione quotidiana, in grado di guardare ad una prospettiva nuova.