La Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Il 28 aprile si celebra la Giornata mondiale per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Una di quelle occasioni utili per promuovere una riflessione civica e civile su salute e sicurezza lavorativa. Mentre scrivo queste poche righe continuano ad arrivare notizie di incidenti mortali, l’ultimo è un ragazzo del Kosovo morto a Milano, a 24 anni, caduto da oltre venti metri metri di altezza. Qualche sera fa, poco dopo le 22.30, un uomo di 60 anni è stato schiacciato da una motrice condotta da un autista di 62 anni. È un continuo susseguirsi di lavoratori e lavoratrici che si ammalano, si feriscono e muoiono.

Dal 2019 al 2023 è stata denunciata la morte di 5.423 persone avvenuta in occasione di lavoro o con mezzo di lavoro. Tremilasessantatré di quelle persone morte sono state riconosciute da Inail come morti sul lavoro. Nello stesso periodo sono 3.075.218 le persone che hanno denunciato di essersi ferite sul luogo di lavoro e 2.016.448 sono stati riconosciuti da Inail. Sono invece 48.908 i lavoratori e le lavoratrici che hanno denunciato di essersi ammalati nei luoghi di lavoro, arrivando a 72.587 denunce, di cui 30.523 sono state effettivamente riconosciute come malattie da lavoro da Inail.

Sempre Inail ci certifica che, nel decennio 2015-2024, si sono verificati 160 incidenti mortali plurimi per un totale di 429 vittime, pari a oltre il 3% dei decessi del periodo, con una media di quasi tre morti a incidente. Non possono non tornarci alla mente incidenti come Brandizzo ed Esselunga a Firenze.

Questo è lo stato dell’arte del nostro modello produttivo. Un sistema con una impalcatura di normative che molto spesso ci ripetiamo essere completa e funzionale, ma che in realtà sempre troppo spesso non viene applicata. E soprattutto, se pensiamo al D. Lgs. 81/2008, proprio completa non è. Infatti, sono molti gli articoli del D. Lgs. 81/2008 che non possono essere attuati a causa della mancanza dei decreti attuativi che il governo dovrebbe emanare.

Se torniamo a pensare agli incidenti mortali plurimi, ad esempio quello di Brandizzo, non possiamo non riflettere sul fatto che dopo 17 anni, in particolare in settori strategici come porti, navigazione e ferrovie, le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il D. Lgs. 81/2008 non sono ancora complete e applicabili. Molto c’è ancora da fare per completare una norma che prima di essere modificata deve essere effettivamente completata e attuata, per provare a mettere fine ad una strage continua.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil), per la Giornata mondiale della sicurezza nei luoghi di lavoro del 2025, ha deciso di porre il tema della intelligenza artificiale e della digitalizzazione. “Rivoluzionare la salute e la sicurezza sul lavoro: l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione nel mondo del lavoro”, questo il titolo della giornata. Un tema sfidante e di attualità che punta all’utilizzo di sistemi avanzati, ad esempio per la valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro. Strumenti che inevitabilmente necessitano di formazione delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che di quadri legislativi che mirano al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e della donna, del cittadino lavoratore e della cittadina lavoratrice.

Nell’Unione europea nel 2024 è stato approvato per la prima volta nel mondo il regolamento sull’intelligenza artificiale che ha l’intento di garantire che i sistemi AI siano sicuri, trasparenti e rispettosi dei diritti fondamentali. Strumenti che, se correttamente utilizzati, possono fare la differenza in sistemi di gestione evoluti e completi, ma che come altri sono a disposizione delle grandi aziende o di aziende che operano in filiere del valore ad alto valore aggiunto.

Il problema del nostro modello produttivo, in particolare per quanto riguarda la prevenzione, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, è la dimensione di impresa e la capacità, oltre che la volontà, di investire in sistemi di gestione di salute e sicurezza efficaci e virtuosi. Forse questa è una delle azioni da dover mettere in campo per provare a incrementare la cultura della sicurezza, utile a ridurre gli infortuni e le malattie professionali, rilanciando il sistema degli organismi paritetici confederali e di categoria, rilanciando il ruolo degli Rls e del Rlst, per supportare la piccola impresa. Come previsto dell’articolo 52 del D. Lgs. 81/2008 – Sostegno alla piccola e media impresa, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali e alla pariteticità – a cui però manca il decreto attuativo per essere efficace ed effettivo.

Sarebbe bello in un prossimo 28 aprile, dopo aver celebrato la Liberazione e a pochi giorni dal Primo Maggio, celebrare una giornata senza morti, né feriti, né malati di lavoro. Se potessimo celebrare un modello economico e produttivo che rispetti i principi fondamentali della nostra Costituzione antifascista.