Il lavoro è l’elemento che è in grado di caratterizzare la qualità della vita di una persona, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle e dalla religione di quella persona. È in grado di determinare lo status sociale degli individui e lo stato di avanzamento o di progresso di una società.

Secondo noi è indissolubile il rapporto tra il Lavoro e la Società.

Il lavoro come sancito nella Costituzione è il principale strumento di identità, autonomia e promozione per le persone e delle famiglie in cui vivono, comunque esse siano costituite, promuove cultura e dignità. Nei sistemi più avanzati promuove identità e partecipazione sociale.

Una società fondata su un lavoro di qualità è una società che evolve nella sua organizzazione e trasformazione sociale. È una società che ha la capacità di limitare le disuguaglianze sociali e affrontare collettivamente i cambiamenti tecnologici che sono alla base del rapporto tra lavoro e cittadinanza.

Nella nostra idea di progresso il lavoro è innanzi tutto fatto di persone e non di profitto, è una idea di progresso che pone alla base della sua riflessione principi politici come la Pace, Solidarietà, Uguaglianza e Diritti, e questioni etiche, come la conciliazione tra ambiente e uomo, che compongono l’architrave sociale della società a cui ci ispiriamo.

La trasformazione del modello sociale avvenuta negli ultimi trent’anni è stata segnata dal modello neoliberista e capitalista che ha posto la visione sociale delle produzioni e il lavoro come costo e strumento di profitto, anziché di regolamentazione e progresso sociale.

Questa operazione, insieme all’assenza di politiche redistributive, ha prodotto disuguaglianze nel lavoro e nella società, con livelli di atomizzazione, esclusione sociale, discriminazione elevatissimi e stimolando disinteresse, individualismo e conformismo da parte delle cittadine e dei cittadini. Ha prodotto precarietà, povertà diffusa (salariale e contributiva), nonché sfruttamento e un lavoro che uccide, ferisce e fa ammalare, costringendo giovani e non solo, capaci e qualificati, a lasciare il nostro “bel” Paese.

Un lavoro così organizzato e una società così composta, faticano a rispondere sistematicamente alle transizioni che il pianeta e altri sistemi economici, di un mondo sempre più riorganizzato a blocchi, ci stanno imponendo. Mancate risposte a questioni complesse come la transizione ecologica, l’automazione e la digitalizzazione, il lavoro tramite piattaforma, rinforzano l’isolamento sociale dei lavoratori e delle lavoratrici. Persone che sempre meno riescono a sentirsi possibili protagonisti di un possibile cambiamento e sempre meno riescono ad affidarsi con fiducia e speranza a modelli alternativi di società, in quanto sottoposti al piano inclinato dei diritti civili e sociali e alla paura del baratro di un futuro incerto.

Ineludibile è la questione europea, della guerra in Ucraina e il genocidio in corso in Palestina.

Lo Stato di diritto e la Dichiarazione universale dei diritti umani, insieme al multilateralismo, sono compressi da idee di modelli sociali che solleticano fantasmi del passato, che promuovono relazioni di mercato che prevaricano la condizione dell’uomo e dell’ambiente.

Il sindacato, in una condizione di generale compressione dei diritti e di prevaricazione del sistema di mercato, deve diventare soggetto che promuove il cambiamento, che offre gli spunti per rivendicare una migliore condizione delle cittadine e dei cittadini, partendo dal lavoro e tutelando diritti sociali e civili.

I referendum dell’8 e 9 giugno sono un elemento di partecipazione sociale, dove ognuno può decidere direttamente cosa avviene dal 10 giugno in poi, almeno per quanto riguarda le norme di legge che si vogliono abrogare. Un’occasione messa in campo nel tentativo di costruire un modello sociale progressista, che rimette il lavoro al centro di una visione politica e sociale più generale.

Una cosa è assolutamente necessaria ed è dettata dalla volontà di ogni cittadino e ogni cittadina: la Partecipazione. D’altronde una popolazione gode delle libertà per cui è disposta a lottare, noi la nostra parte continuiamo e continueremo a farla.