
In una giornata che prometteva acqua, sabato 10 maggio si è svolta l’iniziativa “In cammino per la Pace”, un lungo corteo pacifico che ha unito la città di Brescia, dalla stele dei caduti dell’attentato fascista di piazza della Loggia (di cui il 28 maggio cade l’anniversario), fino alla base militare Nato di Ghedi. Circa diciassette chilometri, fortunatamente accompagnati dal bel tempo e da circa settecento persone di varie estrazioni politiche e associazioniste. Anche un gruppo di disabili non ha voluto mancare l’appuntamento.
All’appello, lanciato da una nuova alleanza tra il Coordinamento degli enti locali per la Pace e la Cooperazione internazionale e il gruppo bresciano di Emergency, hanno risposto oltre quaranta associazioni e la Camera del Lavoro Cgil di Brescia, sempre presente sui temi della pace e della difesa dei diritti umani. Si sono unite delegazioni da Milano, Bergamo e Cremona.
Ad aprire il cammino è stata una rappresentanza degli enti locali aderenti al coordinamento, tutti con la fascia tricolore, seguiti da un folto numero di studenti medi provenienti dall’istituto alberghiero Mantegna.
“In cammino per disarmare le parole, disarmare le menti, disarmare la terra”, sono le parole di Papa Francesco che hanno aperto l’appello alla manifestazione che chiedeva: l’applicazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana – L’Italia ripudia la guerra; un’Europa costruttrice di Pace e di sicurezza sociale ed economica; fermare la corsa al riarmo e l’economia di guerra; la messa al bando delle armi nucleari; la fine di tutte le guerre e dello sterminio in corso dalla Palestina al Sudan e all’Ucraina; affermare una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
L’urgenza di manifestare è dettata da quanto sta accadendo nel resto del mondo. Siamo di fronte a un momento storico senza precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale e dalla successiva caduta del muro di Berlino: le guerre minacciano l’intera comunità internazionale, il linguaggio dei blocchi con logiche contrapposte echeggia nei discorsi dei governi, così come la minaccia atomica e la costante corsa al riarmo sta superando limiti solo fino a poco tempo fa inimmaginabili.
Diciassette chilometri per rendere pubblica la nostra volontà di contrastare le logiche militariste e guerrafondaie, contro la politica del riarmo per promuovere una cultura di pace e la sicurezza sociale, oltre a sostenere anche la campagna “R1PUD1A” promossa da Emergency, che coniuga uno dei termini più rappresentativi del dettato costituzionale, “ripudia”, con il numero 11, a richiamare l’articolo della Costituzione.
Nelle varie tappe del percorso, dall’inizio sino alla base, i musicisti napoletani dei gruppi Kitestramurga e della Carovana de Murga hanno accolto i camminatori con le musiche di una arte argentina che unisce danza e percussioni, denominata Murga come musica di ribellione ai padroni.
Di fronte alla base la giornata si è conclusa con gli interventi di Luisa Morgantini, attivista e politica, Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo, Roberto Guerrieri, operatore di Emergency a Gaza, e Luigi Borrelli, operaio dell’aeroporto di Montichiari, simbolo della battaglia contro l’uso degli aeroporti civili per il commercio delle armi.
Le musiche di Bella Ciao hanno accompagnato lo scioglimento del corteo, ricordando a tutti e tutte che le lotte di oggi sono possibili grazie alla resistenza partigiana di allora.