C’erano più di 100mila persone alla grande manifestazione indetta sabato 31 maggio a Roma dalla rete “No dl sicurezza – A Pieno Regime”. Dalla Million marijuana march ai movimenti di lotta per la casa, da tutte le realtà dell’attivismo climatico a quelle associative, studentesche, sociali e sindacali, la rete ha coinvolto chiunque abbia in testa una idea di democrazia e di società opposta a quella, autoritaria e oscurantista, del governo Meloni. Non per caso, alla testa del lunghissimo corteo c’era uno striscione senza equivoci: “Alziamo la testa contro lo Stato di paura”.

In corteo hanno sventolato miriadi di bandiere arcobaleno della pace e della Palestina, a segnalare due temi cardine della fase sociale e politica che stiamo vivendo, al pari dei referendum per un lavoro stabile e non precario, decentemente pagato, sicuro e non regolato da appalti e subappalti per aggirare la responsabilità degli infortuni e degli omicidi di lavoro, per il diritto alla cittadinanza di chi in questo paese non è nato ma ci vive, studia e lavora da anni e anni.

“Alla repressione del governo Meloni noi rispondiamo con la partecipazione”: questo il messaggio arrivato dalla piazza, di fronte a un provvedimento che l’esecutivo più di destra della storia della Repubblica sta approvando a colpi di voto di fiducia. Sordo a ogni osservazione critica: “Non ho mai visto risolvere il problema della sicurezza con il carcere per i bambini – ha detto il senatore dem Francesco Boccia sfilando in corteo – con questo decreto chi si oppone e protesta diventa un delinquente, viene criminalizzata qualsiasi forma di dissenso e limitato il diritto di sciopero”.

Dal corteo è partito un meritorio avviso ai naviganti: le forze democratiche, i movimenti, i sindacati e la società civile devono costruire reti territoriali di resistenza, promuovere campagne di informazione e disobbedienza civile, sostenere le lotte e contrastare in ogni forma l’applicazione del decreto. Senza paura.