
Siamo già a 40 ore di sciopero per conquistare il contratto nazionale. Si sciopera per la dignità del lavoro e per il futuro del Paese.
Se non ci si incontra, diventa complicato cogliere novità rispetto alla trattativa sul rinnovo del contratto dei meccanici.E allora si presta orecchio a cosa viene detto (scritto per la precisione) da alcuni autorevoli esponenti di aziende associate a Federmeccanica.
Premetto: fossimo entrati nel vivo della trattativa (ma sì, quella cosa intelligente per cui si tenta di giungere ad una mediazione rispetto agli interessi che si rappresentano), avremmo davvero liquidato le due missive di Leonardo e di Abb come una parentesi poco interessante. Ma, visto che Federmeccanica, cocciutamente, pensa che il rinnovo del nostro contratto possa evitare una discussione con le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, fa rumore anche la “parola stampata”.
Premetto ancora: può apparire bizzarro, non fosse che il nostro contratto abbraccia oltre un milione di lavoratrici e lavoratori (ben oltre, se si tiene conto anche del rinnovo Piccole e Medie Imprese), che le lavoratrici e i lavoratori abbiano già scioperato per 32 ore, e che il 20 giugno abbiamo dichiarato altre otto ore di sciopero.
È sufficiente? No, perché appare oggi più evidente di ieri il valore della nostra proposta contenuta all’interno della piattaforma rivendicativa presentata un anno fa a Federmeccanica. Non solo o soltanto la parte relativa al salario (questa basta e avanza) ma anche gli altri temi (orario di lavoro, nuove professioni legate all’ingresso di nuove tecnologie). E, visto che ci siamo, e che Federmeccanica vincola un ritorno al tavolo alla nostra “abiura” della piattaforma, c’è un tema, quello della democrazia, che sta alla base delle scelte che operiamo.
Giusto ricordare che la piattaforma è stata illustrata, discussa e votata dalle lavoratrici e dai lavoratori. E approvata! Questo per Federmeccanica è un particolare trascurabile (le aziende, come l’organizzazione che le rappresenta, non sono strutture democratiche), mentre per noi è il senso stesso del rapporto con le lavoratrici e i lavoratori.
E le lettere delle due aziende, arrivando all’essenza del loro messaggio? Leonardo dixit: riprendiamo la discussione, ma che esosità le vostre richieste (si parla a nuora perché suocera intenda), ovvero che Federmeccanica escogiti una proposta … ma Fim, Fiom, Uilm “avete esagerato” (qui chi legge deve immaginare il “padre padrone” che schiaffeggia la nuca del figlio ribelle)… Abb, invece, meno elegante, sostiene la linea del “non incontriamoci”.
Se proviamo a leggere la “storia dei rinnovi contrattuali” ci si può accorgere che la conquista di un soldo in più in busta paga, di un minuto in meno sul posto di lavoro, di un diritto che posso lasciare a chi arriverà dopo di me, non passa attraverso “le ragioni”.
Anche Federmeccanica ha le sue ragioni, chi le nega? I padroni (siano queste multinazionali, fondi, società per azioni) si muovono attraverso azioni che limitano la nostra agibilità, proprio nel momento in cui chiediamo più denari, meno orario, più diritti, dentro e fuori dai luoghi di lavoro. I padroni vorrebbero derubricare, limitare, annientare il valore del contratto collettivo nazionale di lavoro. Queste le ragioni entro le quali si muovono.
Sono sbagliate? No, semplicemente noi le combattiamo. Si può mediare sulle richieste della piattaforma, non si può delegittimare una conquista fondamentale delle lavoratrici e lavoratori: il contratto collettivo nazionale di lavoro!