Le notizie frammentarie e insieme tragiche che arrivavano da Gaza quel 4 novembre 2023, gli echi di guerra di quanto stava accadendo in molti luoghi del mondo, il conseguente senso di smarrimento e di impotenza, ha fatto sì che dal pensiero urgente del “bisogna fare qualcosa”, sia nata l’idea del cammino. Un cammino di sole donne, perché le donne quando si riconoscono negli ideali e nei valori, hanno la capacità di attingere a risorse interiori e a far fronte alle tante difficoltà della vita.

Il primo appuntamento è stato alla stele dei caduti di Piazza della Loggia, luogo della memoria collettiva della nostra città, e da quel luogo sacro è iniziato il cammino verso l’aeroporto militare di Ghedi, che ospita decine di testate atomiche di ultima generazione.

Ci siamo ritrovate silenziose e commosse di fronte ai cancelli, davanti ad uno schieramento armato di polizia, abbiamo appeso alle reti che delimitano l’aeroporto militare, le nostre parole e i nostri stracci bianchi di pace. Sì, perché la pace è uno straccio, usata e abusata nel suo significato più profondo dai troppi che la utilizzano pensando che la pace possa essere armata.

E poi la partecipatissima azione di “Cessate il fuoco”. Un appello lanciato in rete, una parola, diventata via via un’azione collettiva che ha coinvolto tantissime realtà che il 27 gennaio 2024, nel giorno della memoria, ha unito idealmente e coralmente il Sud e il Nord d’Italia attraverso la partecipazione di ben 166 gruppi di donne. Alle 15 del 27 gennaio ogni gruppo di donne si è posizionato in silenzio davanti alle varie sedi istituzionali per chiedere, ognuna con una lettera scritta sul proprio corpo, il cessate il fuoco come prerequisito essenziale di vita e di futuro.

Sono seguiti altri cammini, necessari ad esprimere una volontà di pace, un dissenso nei confronti dei conflitti armati, alcuni dei quali dimenticati dai media e dall’opinione pubblica; cammini diversi ed originali accompagnati da azioni e flash mob. Fra i tanti, il cammino nella valle armiera della Val Trompia, terminato nei pressi della fabbrica d’armi Beretta a Gardone Val Trompia. Un cammino difficile ma significativo, perché l’industria armiera e il conseguente indotto hanno un impatto significativo sull’economia locale.

Un altro importante e significativo cammino è stato quello che ci ha visto a fianco dei lavoratori dell’aeroporto civile di Montichiari, aeroporto che dovrebbe essere utilizzato solo a scopo civile, e che veniva invece utilizzato come triangolazione verso paesi in guerra, di voli con carichi di armi, missili e materiale esplosivo. Un cammino di sette chilometri per sensibilizzare la popolazione di Montichiari sui gravi rischi che anche il loro territorio corre e per portare sostegno e solidarietà ai lavoratori costretti a movimentare, loro malgrado, materiale bellico pericoloso. Movimentazione effettuata senza una specifica e sicura formazione.

Alcuni operai in dissenso con l’azienda si sono rifiutati di caricare le armi per non essere complici delle tante guerre in corso nel mondo, e per questa loro disobbedienza uno di loro è stato sanzionato con gravi provvedimenti disciplinari. Atti intimidatori gravi, che hanno avuto lo scopo di intimidire e scoraggiare qualsiasi forma di obiezione e dissenso. Dissenso e obiezione che ci riguarda direttamente e per questo nei mesi successivi abbiamo messo in atto altre azioni e flash mob davanti all’ingresso principale dell’aeroporto civile.

Successivamente al cammino e ai vari presidi silenziosi e non violenti, ci sono state interpellanze parlamentari rivolte ai ministri della Difesa e degli Affari esteri che avevano come oggetto chiarimenti in merito all’utilizzo dello scalo civile bresciano per carico e scarico di materiale bellico.

Il cammino del 24 maggio di quest’anno è stato particolarmente potente. Un cammino dedicato esclusivamente a Gaza, perché se Gaza muore, l’umanità muore, recitava una delle tante frasi portate tra le mani consapevoli delle donne presenti.

Il Cammino accompagnato dal silenzio è diventato una pratica politica autorevole, condivisa e agita da molte donne in diverse città e paesi italiani, si è protratto e moltiplicato nel tempo e nello spazio in tantissime realtà. Nel corso di questi anni molti luoghi sono stati testimoni curiosi dei passi e della presenza di numerose donne vestite di nero che, in segno di lutto e in silenzio, hanno denunciato e denunciano con il proprio corpo le innumerevoli guerre, atrocità, massacri e il genocidio tutt’ora in atto a Gaza.

Una pratica questa che ci impegna anche ogni secondo sabato del mese davanti alla sede istituzionale della Prefettura di Brescia, in un presidio di un’ora circa con parole che man mano arricchiscono il nostro vocabolario umano.

Cammino come luogo del pensiero, cammino per salvare l’umano che è in noi.