Pubblichiamo un documento-appello arrivato da Teheran, tramite attivisti iraniani residenti in Italia.

Lavoratori del mondo! Sono passati sette giorni dall’inizio della guerra criminale e disumana tra lo Stato genocida di Israele e il regime brutale della Repubblica Islamica dell’Iran. La macchina bellica dominante in Israele non è soltanto una componente inscindibile dell’assetto imperiale e fascista degli Stati Uniti – la parte più aggressiva e spietata di questo assetto – ma gode anche del pieno appoggio dei governi europei e della benevola complicità della maggioranza degli Stati del mondo.

Forte di questi sostegni, per otto decenni ha potuto impunemente condurre una guerra genocida contro la popolazione operaia palestinese, trasformando la regione in un fiume di sangue. Negli ultimi due anni ha trasformato ogni angolo di Gaza in un nuovo Auschwitz, dando luogo a un olocausto persino più mostruoso di quello nazista. Ha incendiato il Libano e la Siria e ora dichiara apertamente che, riducendo l’Iran a una nuova Libia, realizzerà il sogno del dominio sull’intero Medio Oriente.

Da parte sua, la Repubblica Islamica è uno dei regimi più feroci e genocidi della storia del capitalismo. In 45 anni di potere non ha risparmiato nessuna repressione contro i lavoratori. Migliaia di operai e figli della classe operaia, appassionati di libertà, uguaglianza e della lotta contro il capitalismo, così come migliaia di dissidenti politici e ideologici, sono stati giustiziati. Decine di migliaia sono stati torturati e annientati nelle carceri e nei centri di detenzione. L’oppressione della classe operaia è stata portata a livelli insostenibili, l’apartheid di genere imposto con brutalità, e la miseria – fame, disoccupazione, mancanza di casa, povertà estrema, assenza di acqua potabile, cure mediche, farmaci – è diventata una condizione generalizzata per milioni di lavoratori. Anche l’ambiente naturale degli esseri umani e degli animali è stato devastato.

Per mezzo secolo, il regime islamico ha destinato una parte enorme delle risorse ottenute con l’intensivo sfruttamento di decine di milioni di lavoratori iraniani alla creazione di alleanze regionali, al sostegno di opposizioni e gruppi armati alleati in altri Paesi, per affermarsi come polo di potere e competizione imperialista. Ovunque ha agitato un finto e sterile antiamericanismo e antiisraelismo, che ha irritato a tal punto gli imperialisti americani ed europei e, soprattutto, i carnefici sionisti, da prepararli a una guerra totale.

La guerra attuale è una nuova fase di questo conflitto durato mezzo secolo, e sta ora abbattendosi con il massimo della distruzione, bombardamenti e massacri sulla vita di decine di milioni di lavoratori in Iran, e in parte anche in Israele. Milioni di persone, che da 45 anni subiscono lo sfruttamento selvaggio del capitalismo, ora devono sopportare anche le conseguenze della guerra tra il regime islamico e i fautori dell’olocausto in Israele, Stati Uniti ed Europa. Già ora milioni di donne, bambini, anziani e lavoratori iraniani sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e baracche. Non esiste più alcun senso di sicurezza per nessun lavoratore: la fame, l’assenza di cure mediche, la mancanza di acqua e di elettricità, l’interruzione totale di Internet, telefono e mezzi di comunicazione hanno diffuso un terrore generale.

Le fabbriche, i trasporti, i porti, le reti di distribuzione dell’acqua, del gas e dell’elettricità, gli ospedali, le scuole, i nidi, le case: tutto è bersaglio dei continui bombardamenti israeliani. Ondate di bombardieri e milioni di tonnellate di bombe, donate a Israele dagli arsenali degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Francia, della Germania e di tanti altri Stati, si abbattono sul popolo lavoratore.

Entrambe le parti in guerra, retrograde e antiumane, spingono per la prosecuzione dei massacri. Trump parla di resa incondizionata dell’Iran, di evacuazione di Teheran e di distruzione totale, mentre nuovi battaglioni americani arrivano nel Golfo Persico. Francia, Regno Unito e Germania si contendono il ruolo di alleati più fedeli dei genocidi israeliani.

Nel frattempo, il regime islamico mobilita ogni risorsa dei lavoratori iraniani per la difesa della sua piovra di potere. I lavoratori di tutto il mondo, con il loro silenzio cimiteriale, la loro passività vergognosa e sottomessa, diventano – volenti o nolenti – complici di tutti questi crimini.

La posizione degli imperialisti è chiara: il governo israeliano, in pieno accordo con Washington e le capitali europee, dichiara che non accetterà niente di meno della resa totale dell’Iran, della sua adesione all’ordine neoliberale e della sua trasformazione in una nuova Gaza o Libia. E il regime iraniano è pronto a sacrificare l’ultimo lavoratore pur di restare in piedi.

Ma chi è veramente sotto attacco in questa guerra? Chi è il bersaglio principale dell’aggressione del capitale globale? Sono decine di milioni di lavoratori, bambini, donne, anziani, disabili. In una situazione simile, ogni forma di silenzio, di neutralità, di osservazione passiva, non è solo il contrario della solidarietà internazionalista della classe operaia, ma una negazione delle più elementari norme dell’umanità.

Solleviamoci! Protestiamo attivamente, come lavoratori e come esseri umani. Diciamo a gran voce, ovunque nel mondo: la guerra deve finire immediatamente! E se non si ferma, fermeremo noi il ciclo della produzione capitalistica, ovunque ci troviamo.

Uniamoci: con i piedi per terra, con unità reale, voce comune, in lotta comune. Si può fare. Ne siamo capaci. Solleviamo questa bandiera in ogni parte del mondo: la bandiera del nostro sogno di liberazione, la bandiera della lotta della classe lavoratrice.

Teheran, 20 giugno 2025