“Lavoro per la nostra rivoluzione”, la rete dei sindacati sostenitori di Sanders - di Peter Olney e Rand Wilson

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La candidatura presidenziale del senatore Bernie Sanders ha aperto nuove contraddizioni sul rapporto con la politica all’interno del movimento sindacale Usa nel 2015-16.

Diversamente da altre democrazie occidentali, dove il sindacato ha avuto un ruolo nella fondazione di partiti socialdemocratici di diverso stampo, il sindacalismo Usa ha spesso affrontato una difficile e dolorosa scelta a sostegno del minore dei mali tra candidati favorevoli al capitale, di solito i nominati del Partito Democratico.
Ma a maggio del 2015, quando il noto socialista Sanders ha lanciato la sua sfida nel ring delle primarie democratiche, si è acceso un incendio nella prateria del movimento sindacale.

Sanders, in realtà un indipendente, ha capito con intelligenza che a questo punto della storia la mossa strategica più rilevante era la battaglia per la “nomination” democratica. Per la prima volta a memoria d’uomo (e quindi per la prima volta da Eugene Debs nel 1920) un candidato ha presentato una piattaforma esplicitamente anticapitalista, anti Wall Street, a favore dei lavoratori.

La reazione nel mondo del lavoro è stata veramente rapida e impressionante. Mentre i soliti sospetti si sono allineati per sostenere come conveniente ed inevitabile la candidatura preordinata di Hillary Clinton, sette federazioni nazionali e oltre cento locali e più di 50mila attivisti sindacali hanno sostenuto Sanders.
In un segno rivelatore del futuro del neoliberismo, 35 sezioni locali dell’International Brotherhood of Electrical Workers (Ibew) hanno sostenuto Sanders e si sono unite in una nuova formazione politica, “il Lavoro per Bernie”.

Oggi, molti pensano che Sanders avrebbe battuto Trump, soprattutto per la sua attrazione sull’astensionismo dei lavoratori in Stati chiave in bilico che hanno fatto slittare il Collegio Elettorale a favore di Trump.

Con Trump presidente, la sfida per il sindacalismo progressista è di unire il pieno sostegno a Sanders con la più larga base del movimento sindacale. Far questo non solo porterebbe nuove risorse e coraggio organizzativo per costruire la resistenza, ma allargherebbe la visione per “un futuro su cui poter credere”.
Amalgamated Transit Union, American Postal Workers Union, Brotherhood of Maintenance of Way Employes, Communications Workers of America, International Longshore and Warehouse Union, National Nurses United, and United Electrical Workers, le sette federazioni nazionali che hanno sostenuto Sanders, si sono incontrate insieme per appoggiare “Our Revolution”, una rete nazionale creata per continuare il movimento cresciuto attorno alla candidatura Sanders alle primarie.
Attualmente ci sono più di trecento formazioni locali di “Our Revolution” e quattro comitati statali in Texas, Massachussets, Wisconsin e Maryland. I sindacati hanno formato “Labour for Our Revolution” per assisterne le campagne e continuare a lavorare sulla base di Sanders per guadagnare sostegni alla contrattazione collettiva, alle campagne contrattuali e all’organizzazione. Il successo di “Our Revolution” dipende da solide fondamenta nella classe lavoratrice e da un forte sostegno dai sindacati.

L’ex presidente di Communications Workers of America Larry Cohen, che ha aiutato a guidare il sostegno alla campagna di Sanders, è ora il portavoce di “Our Revolution” e un dirigente chiave di “Labour for Our Revolution”. Cohen sta spingendo dirigenti e attivisti sindacali a impegnarsi nei gruppi locali o a formarne di propri. 

All’incontro nazionale di “Labour for Our Revolution”, il 9 giugno scorso a Chicago, il presidente di United Electrical Workers Peter Knowlton ha svolto una relazione sui compiti della rete e sul crescente supporto ad essa del suo sindacato. “Seguiamo le orme di Martin Luther King Junior che disse ‘il movimento sindacale è la forza principale necessaria per trasformare l’oppressione e disperazione dei lavoratori in speranza e progresso’. I sindacati, insieme ai centri per i lavoratori ed altre organizzazioni di lavoratori devono dare priorità a politiche che rafforzino l’organizzazione per proteggerci contro i saccheggi del capitalismo. In ‘Our Revolution’ possiamo approfondire e rafforzare questa prospettiva”, ha detto Knowlton.

Melissa Dimondstein di American Postal Workers Union (Apwu) ha descritto il sostegno del suo sindacato a “Labour for Our Revolution” e condiviso dei passi di un documento di Apwu. “I sindacati coinvolti in ‘Labour for Our Revolution’ ci danno la capacità di influenzare ‘Our Revolution’ perche abbia un significativo centro sulla classe lavoratrice … Ci dà anche la possibilità di organizzare i nostri stessi membri su questioni più generali di interesse dei lavoratori. ‘Labour for Our Revolution’ è un’opportunità per aiutare a costruire un movimento che attraversi tutte le posizioni politiche dei nostri iscritti. Le questioni della campagna di Sanders sono state poste davanti alla gente come un referendum, e la gente ha parlato. Quindi andiamo avanti e costruiamo forza e movimento su questi obiettivi”.
Adesso i sindacati fulcro di “Labour for Our Revolution” stanno raggiungendo le oltre cento sezioni locali e le decine di migliaia di iscritti al sindacato che hanno sostenuto “Labour for Bernie” perché si uniscano alla rete. Come strumento organizzativo, “Labour for Our Revolution” ha predisposto una semplice risoluzione di sostegno al progetto che chiede venga approvata dalle sezioni sindacali.

La sfida più importante per “Our Revolution” e la nuova rete sindacale sarà quella di dare un contributo significativo per i risultati delle elezioni di medio termine del 2018. Potenzialmente, il Partito Democratico è in grado di riprendere la Camera dei Rappresentanti. Però, la piattaforma migliore per vincere nuovi seggi al Congresso è quella di candidati popolari con proposte economiche sullo stile di Sanders che si candidino esplicitamente in contrapposizione a Wall Street e a sostegno di Medicare per tutti e dell’istruzione universitaria gratuita, fra altre richieste. Sfortunatamente, il Partito Democratico, largamente controllato dalle grandi imprese, è molto riluttante ad abbracciare un simile programma e a sostenere candidati che lo propongano.

Nell’estate del 2017 “Labour for Our Revolution” ha cominciato a sostenere la battaglia all’interno del Partito Democratico chiedendo che tutti i membri democratici del Congresso sostengano insieme otto proposte di legge (PeoplesPlatform) che ne loro insieme costituiscono un ampio programma popolare. La campagna “Estate per il Progresso” definisce una chiara piattaforma anti impresa che può essere attrattiva per tutti i lavoratori stanchi di una Wall Street pigliatutto.
L’entusiasmo per “Labour for Bernie” e la campagna di Sanders ha dimostrato il potenziale per una nuova ala progressista del movimento operaio.

L’obiettivo di “Labour for Our Revolution” di unire i militanti sindacali ed altri lavoratori intorno alla piattaforma politica popolare di “Our Revolution” è un promettente prossimo passo. Perché abbia successo molti altri sindacati nazionali e locali dovrebbero unirsi e lavorare insieme su una visione del ruolo dei lavoratori in politica. Il compito a portata di mano è di riconfigurare in “Labour for Our Revolution” i sindacati che hanno sostenuto Sanders e di reclutare nuove organizzazioni di lavoratori che hanno sostenuto la Clinton, ma ora si rendono conto che una piattaforma chiaramente anticapitalista è la via migliore per mantenere la fedeltà politica dei loro iscritti e indicare la via d’uscita durante la resistenza e oltre. 

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