Ancona la greca, di taglio in taglio il Comune piange - di Frida Nacinovich

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Comune che vai, carenze di personale che trovi. Inutile girarci intorno, il laccio delle leggi di bilancio - come quello dei thugs della dea Kalì - si è stretto intorno alle amministrazioni comunali delle cento città del belpaese. Eppure un municipio si occupa di tante cose, è una sorta di azienda pubblica tuttofare, dalla sicurezza delle strade alle mense delle scuole, dalla manutenzione del verde pubblico ai trasporti, dalla gestione delle generalità di ogni residente (anagrafe) ai certificati tecnici necessari per l’edilizia, per il commercio e tanto altro ancora. Insomma il Municipio è il cuore pulsante di ogni comunità. E se affondi i tagli in realtà del genere, gli effetti non tardano ad arrivare.

Il Comune di Ancona conta 100mila abitanti, con i suoi 2.400 anni di storia è una città d’arte ma non solo, visto che possiede uno dei maggiori porti italiani. È anche uno dei principali centri economici delle Marche, di cui è capoluogo regionale. Le sue antiche origini greche sono ricordate tutt’oggi con l’appellativo con cui è conosciuta: ‘la città dorica’. Maurizio Buda è dipendente del Comune da più di vent’anni, e fa parte della rappresentanza sindacale unitaria, come delegato della Funzione pubblica Cgil. “Negli ultimi dieci anni gli addetti dell’amministrazione comunale sono diminuiti di circa 250 unità - spiega - siamo rimasti più o meno 750. Le assunzioni sono pochissime, il blocco del turn-over si è fatto sentire pesantemente. In queste condizioni diventa più complicato anche fare sindacato”.

Siamo alla vigilia del rinnovo della Rsu, e all’interno delle organizzazioni sindacali, sia confederali che di base, non si pensa soltanto all’esito delle urne ma si riflette anche sul ruolo stesso del sindacato in una congiuntura difficile come quella attuale. “Il personale è talmente ridotto all’osso che diventa difficile perfino chiedere permessi per svolgere la normale attività sindacale. Quando non riusciamo a fare assemblee cerchiamo comunque di tenerci in contatto con la posta elettronica e altri mezzi tecnologici. Ma non è la stessa cosa che vedersi in faccia, discutere e affrontare insieme i problemi”. E i problemi, si sa, sono come le ciliegie: uno tira l’altro.

I dipendenti pubblici hanno visto il loro contratto bloccato dalla legge Brunetta per dieci lunghi anni. Così la domanda diventa d’obbligo: come ti sembra il nuovo contratto, più luci o più ombre? Maurizio Buda ci pensa un po’, poi premette che “non è proprio quello che i lavoratori si sarebbero aspettati. Dopo tutto questo tempo, la parte economica del contratto poteva e doveva essere più corposa. Rispetto ai comparti centrali (ministeri e agenzie, ndr) restiamo il fanalino di coda della pubblica amministrazione. Comunque qualcosa si è mosso, ora vediamo se ci sono margini per poter ottenere qualcosa in più nella contrattazione decentrata”.

Lavorare in Comune è sempre più complesso, sia per la rivoluzione tecnologica in corso ininterrottamente da trentacinque anni a questa parte, sia perché le tante mansioni all’interno della macchina amministrativa non sono facilmente ‘sovrapponibili’. In altre parole, non si può chiedere a un giardiniere di diventare un tecnico informatico (o viceversa), né a un cuoco di passare dietro una scrivania, né a un falegname di trasformarsi di punto in bianco in un idraulico. “Così è andata a finire - osserva Buda - che pezzo dopo pezzo una parte della macchina comunale è stata ‘sostituita’ da aziende esterne. Del resto, se ogni cinque lavoratori che vanno in pensione se ne assume solo uno, facile capire come sia cambiato, nel profondo, il municipio così come lo conoscevamo. Per fare un esempio, all’interno della polizia municipale abbiamo avuto una riduzione del 20% degli addetti, mentre si pretendono controlli sul territorio e turni di lavoro più lunghi. Ma in queste condizioni la sicurezza nelle strade e nelle piazze resta un pio desiderio, oppure un concetto per riempirsi la bocca. Per giunta si perdono competenze ed esperienze che non vengono compensate. Un plauso a tutti noi che riusciamo ad andare avanti”.

Rispetto a quando è entrato a lavoro al Comune di Ancona, Buda nota che perfino il clima generale è cambiato. “Prima guadagnavamo poco ma nei rapporti interpersonali c’era tutto sommato una serenità di fondo. Ora guadagnano poco e basta, non ci ridiamo nemmeno più sopra”. Maurizio Buda nello specifico si occupa della parte fiscale e della contrattualistica nel servizio patrimonio. “A giugno ci saranno le elezioni comunali, speriamo che la nuova amministrazione abbia cura dell’organizzazione interna. Sarebbe molto importante restare al passo con i tempi, visto che oggi, solo per fare un esempio, conserviamo i dati su iCloud. Dieci anni fa una prospettiva del genere era impensabile”.


 

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