La rete sindacale europea. A sinistra - di Andrea Montagni

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Molti i temi discussi dai sindacalisti della rete Tune con gli europarlamentari del gruppo Gue/Ngl.  

Eune - Trade Unionist Network Europe (rete dei sindacalisti in Europa) - è nata negli anni ’90 su iniziativa dei compagni di Alternativa sindacale, della Ig-Metal e della Dgb dell’Assia. Alla riunione costitutiva erano presenti compagne e compagni provenienti anche dalla Cgt francese e delle Comisiones obreras spagnole. Inizialmente la rete si chiamava “Forum Europa sociale” (Fse), poi con la nascita del Forum sociale europeo, per non generare equivoci, ha cambiato il proprio nome in Tune.

Ho avuto la fortuna di partecipare nella delegazione italiana a quella prima riunione. Da allora ho partecipato più volte agli incontri, ai quali oggi partecipano per l’Italia sindacalisti di Lavoro Società, Democrazia e Lavoro, e della Fiom. Nel corso del tempo, sia per problemi economici relativi all’organizzazione delle riunioni (è aumentata la partecipazione di sindacalisti provenienti da più paesi dell’Europa, tanto dell’Unione europea che extracomunitari), sia per consolidare il rapporto con la Sinistra europea, è nata una collaborazione con il gruppo parlamentare europeo della Gue/Ngl. Così gli incontri hanno assunto cadenza semestrale, e si sono spostati a Bruxelles, nella sede del Parlamento.

Fino ad un paio di anni fa, l’organizzazione delle riunioni ha mantenuto una sostanziale autonomia rispetto agli ospiti; negli ultimi due anni si è fatta più sentire nell’organizzazione dei lavori la presenza del Gue/Ngl, senza peraltro che questo abbia in alcun modo determinato gli orientamenti delle Rete. Tuttavia il fatto che il rapporto con il Gue/Ngl abbia connotato in maniera chiaramente di sinistra il Tune, al tempo stesso ne ha paradossalmente “istituzionalizzato” la funzione, creando un rapporto sul piano del confronto e della discussione con gli uffici della Ces e delle organizzazioni di categoria in Europa, e rallentato il confronto di merito tra i sindacalisti di “sinistra sindacale” che costituiva tradizionalmente il tema della seconda giornata, a questo interamente dedicata. Mentre ora prevale il confronto sui temi dell’agenda politica, lo scambio di informazioni ed esperienze, e il confronto di tipo seminariale.

Quest’anno il primo incontro si è tenuto il 23 e 24 maggio scorsi, sul tema: “Sfide per il futuro del lavoro”. Alla riunione erano presenti più di sessanta quadri sindacali provenienti da Svezia, Norvegia, Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Romania, Gran Bretagna, Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna e Ucraina. Per l’Italia, causa un paio di assenze, era presente solo il sottoscritto. Come sempre la discussione è stata articolata per sessioni. Su ogni argomento si è relazionato da parte di esperti, parlamentari del Gue/Ngl, dirigenti sindacali. I temi sono stati molti, la carne al fuoco tanta.

Le sessioni hanno intrecciato i temi dell’iniziativa politica del Gue/Ngl nel Parlamento europeo sui temi sociali e del lavoro, esempi di lotte e organizzazione sindacale in settori e paesi, riflessioni su questioni teoriche e di comprensione della nuova organizzazione del lavoro legata all’economia 4.0.

Queste le sessioni: l’agenda parlamentare della commissione per l’occupazione e gli affari sociali (Empl); mobilità dei lavoratori: coordinamento della sicurezza sociale dell’Ue; lavoratori “in distacco”; Autorità europea del lavoro (Ela); diritto minimo dei lavoratori dell’Ue: Direttiva sull’equilibrio vita-lavoro, Direttiva sulle condizioni di lavoro “trasparenti e prevedibili”. 

Ancora: “pacchetto mobilità” (distacco di lavoratori, orari di lavoro settimanali, cabotaggio); “giusta transizione” e democrazia energetica: il punto di vista dei sindacati; lotte dei lavoratori: organizzare i lavoratori migranti nell’industria della carne tedesca; dopo i Panama Papers, la lotta contro i paradisi fiscali; il protocollo per il progresso sociale; digitalizzazione: operatori di piattaforma? lavoratori autonomi? falsamente autonomi? o lavoratori precari? 

Al termine dei lavori, i sindacalisti presenti hanno sottoscritto un documento comune sul Protocollo per il progresso sociale.

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