Torino, salute e sicurezza non sono un lusso - di Elena Petrosino

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Significativa adesione allo sciopero di due ore e alla manifestazione in Piazza Castello del 13 giugno.  

Il 13 giugno scorso Cgil Cisl Uil di Torino hanno indetto uno sciopero generale territoriale di tutti i settori di almeno due ore e convocato una manifestazione in Piazza Castello sotto la sede della Prefettura, per denunciare ancora, a poche settimane dal Primo Maggio, la necessità di contrastare gli infortuni e le morti sul lavoro. Infatti nel nostro territorio e in tutto il paese gli episodi sono in aumento; siamo di fronte ad una vera e propria emergenza in tutti i luoghi di lavoro, che si consuma in un silenzio quasi assordante.

Le cause sono note. Scarsa cultura della sicurezza, e più in generale scarsa cultura del lavoro, ma anche molti altri fattori sui quali chiediamo un intervento forte del governo: precarietà e discontinuità occupazionale, regolamentazione e controlli nella filiera degli appalti, aumento dell’età pensionabile, patologie dovute all’innovazione tecnologica, peggioramento generale delle condizioni, dell’organizzazione e dei tempi di lavoro, stress lavoro correlato, e altro ancora.

Siamo scesi in piazza per chiedere che si passi dalle parole ai fatti concreti, e che ci sia un’assunzione di responsabilità, investimento e intervento del pubblico e del privato. Per fare prevenzione, è necessario incrementare e migliorare la sorveglianza sanitaria e i controlli ispettivi (fortemente in calo negli ultimi anni), soprattutto sul fronte del contrasto degli infortuni, mentre per quello che riguarda le malattie professionali vanno incentivate le denunce da parte dei medici competenti, anche quelli di famiglia, previste dalla legge pure in caso di semplice sospetto.

Riteniamo sia indispensabile potenziare l’informazione e la formazione dei lavoratori e delegati su queste materie, soprattutto in quei settori nei quali la precarietà è diventata la forma “ordinaria” di lavoro e ricatto. E’ fin troppo facile contrastare l’argomento, caro alle aziende, che gli infortuni siano colpa dei lavoratori infortunati. In quest’ottica è necessario inoltre vigilare sui capitolati d’appalto e sul loro svolgimento.

L’adesione allo sciopero è stata significativa, toccando punte tra il 70 e il 90% in molte realtà manifatturiere importanti dell’area metropolitana di Torino, e anche la partecipazione in piazza è stata alta, a significare che le lavoratrici e i lavoratori sono molto consapevoli e preoccupati del peggioramento delle loro condizioni di lavoro e sicurezza. In piazza si sono alternati interventi di lavoratrici e lavoratori, operatori dei patronati, associazioni, e i segretari generali confederali.

Nel corso della manifestazione una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto, che ha dimostrato grande attenzione al tema e ha condiviso le nostre considerazioni e preoccupazioni, assumendo alcune delle nostre proposte. In particolare ha dato la sua disponibilità a convocare un tavolo con sindacati, l’Anci e il Comune di Torino per garantire che possa trovare una definizione conclusiva la discussione in corso da mesi su una regolamentazione degli appalti, affinché ci sia una maggiore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori nei cambi di appalto. Un altro impegno concreto è arrivato dalla Prefettura, che continuerà il grande lavoro di controllo non solo sulla regolarità degli appalti, ma anche sul lavoro nero, irregolare, e sulle infiltrazioni mafiose. Perché anche in questo modo si agisce sulla tutela della salute e sicurezza.

C’è stata infine l’importante disponibilità di rivitalizzare alcuni tavoli tematici cittadini, nati dopo la tragedia delle morti sul lavoro alla Thyssen Krupp di Torino nel 2008, attraverso il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti presenti ai tavoli. E’ stata poi esplicitata la disponibilità a un confronto volto ad individuare strumenti concreti che possano portare a una modifica della legge sulle pensioni, nell’ottica di ampliare le 15 categorie di lavori per le quali non aumenterà l’aspettativa di vita. Cioè, stante le nostre richieste al governo, provare ad ampliare la platea anche indagando la correlazione tra infortuni e lavoro svolto.

L’alta partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero e in piazza e l’attenzione concreta della Prefettura ci confermano che, davanti alla gravità della situazione, dobbiamo mantenere il nostro impegno quotidiano di vigilanza, denuncia e proposta, dando continuità al nostro lavoro sia nelle azioni concrete in tutti i luoghi di lavoro che attraverso iniziative pubbliche e di mobilitazione.

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