“Officina del lavoro” diventa un libro - di Andrea Montagni

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La lunga inchiesta di Frida Nacinovich sulle condizioni del lavoro, “Con parole loro. L’amore per il lavoro nella tempesta del postfordismo” (Ediesse, pagine 260, euro 15)  

Nel 2012 la giornalista Frida Nacinovich ha iniziato a collaborare con Lavoro Società. Nel tentativo di allargare gli spazi di comunicazione dell’area, dare maggiore visibilità all’attività della Cgil nei luoghi di lavoro, e valorizzare le compagne e i compagni impegnati direttamente sul campo, come Rsa e Rsu delle categorie della Cgil, si decise di dar vita al settimanale telematico “L’officina del lavoro”, di cui Frida assunse la direzione. Con l’obiettivo di sfatare i luoghi comuni di una informazione superficiale, ormai abituata a ricavare gli articoli dall’assemblaggio di comunicati stampa, con poca verifica delle fonti e delle notizie. Fu proprio Frida a proporre che la spina dorsale del settimanale fosse un’intervista da realizzare con delegate e delegati. Un ritorno, in forme nuove, alle corrispondenze operaie. La penna di una professionista al servizio dei lavoratori e del sindacato. E Frida Nacinovich aveva ed ha le carte in regola per farlo.

Ha iniziato l’attività giornalistica collaborando con i quotidiani “Liberazione”, “il manifesto”, e con il mensile “I Ciompi”. Nel 1998 viene assunta come praticante a “Liberazione” a Roma. Nel 2000 diventa giornalista professionista. Nella sua attività professionale – è giornalista parlamentare – ha raccontato dal 1998 fino alla chiusura di Liberazione la vita politica italiana, e ha continuato a farlo come notista politica di “Reds”, la testata di Lavoro Società dei compagni della Filcams Cgil. Nella sua intensa esperienza professionale ha intervistato quasi tutti i protagonisti della vita politica italiana di destra e di sinistra; ha seguito le campagne referendarie, dal referendum costituzionale del 2006 a quelli per l’acqua pubblica e contro il nucleare del 2011. È stata inviata al G8 di Genova e a G8 de L’Aquila, subito dopo il tragico terremoto abruzzese dell’aprile 2009. Ha collaborato con la Rai e con “Skytg24”. Frida ha raccontato, da inviata, i problemi sociali del paese, come il muro costruito a Padova a causa della difficile convivenza fra italiani e immigrati. E ha scritto delle grandi manifestazioni politico sindacali, come quella del 2002 a Roma organizzata dalla Cgil al Circo Massimo, quando segretario era Sergio Cofferati.

Adesso le interviste pubblicate sul settimanale “L’officina del lavoro” (ormai irrintracciabile sul web) a partire da quella dell’aprile 2013 a un delegato della Sammontana di Empoli (pagine 21-24) fino a quella pubblicata sull’omonima rubrica, che esce quindicinalmente su “Sinistra Sindacale”, del marzo 2018 ad una Rsu del Comune di Como (pagine 255-257), sono raccolte nel libro “Con parole loro. L’amore per il lavoro nella tempesta del post fordismo”, edito dalla Ediesse. Le interviste, divise per anni, sono precedute da un cappello introduttivo che ricostruisce gli avvenimenti politici e sindacali dell’anno. La raccolta, scritta in modo accattivante e leggibile, costituisce probabilmente un unicum nella letteratura sindacale per ampiezza (più di cento interviste), e perché racconta storie di lavoro, di lotta e di organizzazione tanto diverse. Oltre questo libro, la narrazione prosegue ogni quindici giorni su “Sinistra Sindacale”.

In questo “Con parole loro”, l’esperienza professionale e la capacità di narrare le storie incontrano le parole dei protagonisti, e raccontano una Cgil conosciuta solo in parte persino a chi vi milita, ma ignorata dai più. Una Cgil di uomini e donne, non solo della sinistra sindacale in senso stretto, che vivono il lavoro come luogo della dignità ma anche dello sfruttamento. Il racconto di una classe lavoratrice profondamente diversificata come formazione culturale e professionale, per condizioni di lavoro, per salari, per prospettive, ma unita da comuni aspirazioni e da una consapevolezza di essere classe, a partire dal lavoro. Una classe che “sopravvive” alla scomparsa decretata dalla “sociologia” mainstream.

Sergio Cofferati, nel presentare il libro, ha osservato che “il protagonista principale, come vedrete, è il lavoro”, mentre Curzio Maltese nella prefazione definisce quella di Frida “un’inchiesta sulla condizione del lavoro”. Non è il primo libro di Frida. Nel 2000 ha partecipato come coautrice a “Ditelo a Sparta” sulla guerra nei Balcani. Nel 2012, insieme al sottoscritto, ha partecipato alla redazione di “Una finestra al quarto piano” di Franco Garufi, un testo sulla Cgil e il Mezzogiorno, e nel 2014 ha scritto sempre con me “Le cinque bandiere: (1967-2013)”, un testo autobiografico sulla militanza di un sessantottino/settantasettino prestato al sindacato.

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