Lula livre - di Sinistra Sindacale

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La giornata internazionale per la liberazione dell’ex presidente brasiliano. 

Il 7 aprile segna il primo anno dell’assurda e ingiusta carcerazione dell’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, prigioniero nel carcere di Curitiba a seguito di un processo illecito e privo di prove materiali, continuazione del golpe istituzionale che ha portato all’impeachment della presidentessa Dilma Rousseff, e aperto la strada al ritorno della peggiore destra, impersonata dall’ex capitano dell’esercito Jair Bolsonaro.

Manifestazioni di solidarietà si sono tenute in tutto il mondo. In Italia il Comitato nazionale ‘Lula Livre’, in occasione della giornata internazionale per la scarcerazione dell’ex presidente brasiliano, ha organizzato lo scorso 4 aprile un affollato incontro presso la sede della Cgil nazionale, che fa parte attiva del Comitato. “Vogliamo esprimere solidarietà a Luiz Inácio Lula da Silva, da un anno ingiustamente incarcerato”, hanno affermato i promotori dell’iniziativa.

All’incontro è intervenuto Gilberto Carvalho, capo gabinetto del governo Lula, che ha ricordato come il vero obiettivo della reclusione dell’ex presidente sia “la distruzione del progetto popolare che, per la prima volta nella storia del Brasile, ha realizzato politiche di contrasto alle profonde diseguaglianze socio-economiche, alla fame, alla povertà, e che sul piano internazionale ha contribuito a costruire una nuova governance mondiale”.

Tutti sapevano, come ha detto lo stesso Carvalho e molti degli intervenuti, che Lula avrebbe nuovamente vinto le elezioni presidenziali, e la macchinazione giudiziaria, sostenuta dai poteri forti interni e internazionali, ha montato il processo, la condanna e la carcerazione, per impedirgli di partecipare alle elezioni e tenerlo lontano dalla sua base di massa, per creare disillusione e disperderne il potenziale di mobilitazione. “Nessun reato è stato commesso - ha sottolineato Carvalho - la condanna si basa solo su dichiarazioni di pentiti, imprenditori o politici condannati per il loro coinvolgimento in episodi di corruzione. Dichiarazioni quindi non comprovabili e non comprovate. Un processo illegittimo, come affermano giuristi di fama internazionale e la Commissione dei Diritti umani dell’Onu”. Concetti e fatti illustrati con estrema chiarezza dal giurista Luigi Ferrajoli, intervenuto insieme a molti altri per testimoniare la propria solidarietà e vicinanza a Lula.

“Vogliamo Lula libero - ha dichiarato Susanna Camusso, responsabile delle politiche internazionali della Cgil - per questo abbiamo partecipato a numerose iniziative, come al presidio davanti alla prigione di Curitiba insieme a Dilma Rousseff e le compagne e i compagni brasiliani, e oggi siamo qui”. “Lula libero - ha proseguito Camusso - è la speranza del movimento dei lavoratori e delle persone in difficoltà in Brasile, come in tutto il mondo. Dobbiamo combattere il ritorno alle logiche esplicitamente fasciste, che hanno utilizzato la giustizia per organizzare un colpo di stato. Chiediamo anche giustizia per Marielle Franco, è parte della stessa battaglia”.

Fra i presenti all’iniziativa c’erano Maurizio Acerbo, Gianni Alioti, Francesca Chiavacci, Nana Corossacz, Massimo D’Alema, Stefano Fassina, Emilio Gabaglio, Giuseppe Iuliano, Cecilia Mangini, Giacomo Marramao, Claudio Martini, Luca Mucci, Carla Nespolo, Gianpiero Rasimelli, Marina Sereni, Arturo Scotto, Gianni Tognoni, Roberto Vecchi e Antonio Vermigli.

“La Cgil è orgogliosa di far parte del movimento internazionale che sostiene Lula Livre”, ha detto fra l’altro il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel suo videomessaggio proiettato in sala. Rivolgendosi al popolo brasiliano, quello democratico, Landini ha aggiunto: “Il Brasile saprà uscire da questa delicata fase storica, con più giustizia e con più democrazia. Lula, come persona, come ex sindacalista metalmeccanico, come ex presidente e come simbolo e protagonista di una grande stagione di conquiste sociali, sarà nuovamente libero, in prima linea, pronto a riprendere le lotte per i diritti e per il suo Brasile, per il suo popolo. Come ci ha insegnato in tutti questi anni”.

“Boa noite, presidente!” hanno gridato in coro i presenti, tutti in piedi. Messaggio che, videoregistrato, sarà fatto pervenire a Lula in carcere. Lo stesso messaggio che può ascoltare tutte le sere – così come tutte le mattine “bom dia” – dalle decine di militanti brasiliani che stazionano ogni giorno, a staffetta, fin dal 7 aprile del 2018 davanti al carcere di Curitiba, per non far sentire mai solo e isolato il loro presidente.

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