Nuova Palestina, fecero un deserto e…. - di Patrizia Cecconi

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“Fecero un deserto e lo chiamarono pace”. Così Tacito duemila anni fa. “Faranno un deserto e lo chiameranno pace”, così Vik Arrigoni, nel 2009, sotto i terribili bombardamenti di “Piombo fuso” con cui Israele si macchiò di crimini di guerra e contro l’umanità mai sanzionati, autorizzato tacitamente a proseguire senza mai perdere la definizione di democratico.

“Diritto a difendersi” e “sicurezza” si aggiungono a corollario facendo magicamente scomparire le fucilazioni a freddo di migliaia di manifestanti disarmati, le centinaia di bambini bombardati, la violazione di un’ottantina di risoluzioni Onu calpestate, gli innumerevoli diritti umani violati e via dicendo.

Se vi fossero dubbi circa il supporto incondizionato a Israele, ricordiamo l’ultimo bombardamento su Gaza due settimane fa, strumentalmente giustificato dal lancio di razzi da parte della resistenza palestinese invertendo, more solito, causa ed effetto. Davanti all’uccisione di due donne con i bimbi in grembo prossime al parto, di un piccolo di quattro mesi e una bimba di un anno, più altre 22 vittime palestinesi, a 700 edifici demoliti tra cui 13 scuole, da una parte, e a quattro vittime israeliane e un ospedale danneggiato dall’altra, abbiamo assistito allo squallido spettacolo offerto dal ministro Moavero e dall’Alta rappresentante Ue Mogherini.

Entrambi, dimenticando perfino l’umana pietà dovuta “almeno” ai morti bambini, hanno espresso condoglianze esclusivamente alle vittime israeliane, e hanno intimato alla resistenza gazawa di bloccare il lancio dei missili, lasciando Israele libero di seguitare a bombardare ogni cosa che in senso molto lato potesse rientrare nella fattispecie del “diritto a difendersi”.

Del resto, se si confonde la resistenza col terrorismo, per ignoranza o per servile malafede, a poco serve ricordare che questa “confusione” era già stata fatta dai nazisti che definivano banditi i partigiani. La Mogherini di sicuro lo sa, su Moavero dovremmo indagare: resta comunque il fatto che le loro parole favoriscono il perpetuarsi dell’illegalità di quello Stato indebitamente definito democratico che non rispetta né il diritto universale umanitario, né il diritto internazionale.

Ora si avvicina la farsa Usa del “deal of the century” e, da quanto trapelato, c’è da sperare che i palestinesi mantengano la calma. Altrimenti, come ipotizzato dallo stesso Jason Greenblatt, uomo di Trump, l’esplicitazione del piano “potrebbe provocare una reazione tanto violenta che potrebbero servire anni ad Israele per sedarla”. Lucido l’assassino, verrebbe da dire se fosse un film. Invece è una drammatica beffa sia del diritto internazionale che del popolo palestinese.

Il “deal” sarà addirittura peggiore dello status quo. Sotto il nome di “Nuova Palestina” che non sarà neanche il fantasma di uno Stato, ma solo “un’entità”, termine ancor più ineffabile di “autorità palestinese”, si sviluppa un programma che impone di accettare, tra l’altro, che gli insediamenti illegali (vedi risoluzione Onu 2334) su terra palestinese restino israeliani e possano accrescersi per unirsi tra loro; che il furto di Gerusalemme resti tale e che la “Nuova Palestina” ne accetti il controllo israeliano; che la Valle del Giordano resti sotto controllo israeliano; che non ci siano eserciti palestinesi, e che tutte le armi, comprese quelle personali, vengano deposte.

In compenso la “Nuova Palestina” potrà essere protetta da aggressioni straniere pagando il servizio al suo protettore, cioè - e non è uno scherzo - a Israele. Se i palestinesi accetteranno, avranno grandi regali, come cibo, soldi, elettricità e tanti investimenti per renderli satolli e felici...

Gaza e Ramallah, per una volta, danno all’unisono la stessa risposta: “No!”. Il primo ministro Shtayyeh risponde “Abbiamo diritto a uno Stato, non a un business plan”. E Gaza, altrettanto seccamente risponde “Nessun compromesso sulla vita e la dignità dei palestinesi”. Già li sentiamo, i supporter di Israele e i suoi valletti mediatici. Alcuni pigoleranno, altri tuoneranno, ma tutti ripeteranno che i palestinesi hanno rifiutato la pace.

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