Grandi navi: ancora nessun cambiamento… - di Salvatore Lihard

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Domenica 2 giugno si doveva celebrare l’antico rito dello Sposalizio di Venezia con il mare, in occasione della festa della Sensa (ossia dell’Assunzione), cerimonia che risale circa all’anno 1000. L’evento è stato però rattristato dal più grave incidente mai avvenuto nella laguna di Venezia: una grande nave da crociera Msc (lunghezza 275 metri per 65mila tonnellate di stazza), con il motore in avaria, si è schiantata contro un battello gran turismo ormeggiato in banchina nel canale della Giudecca, nel cuore della città storica, causando feriti (fortunatamente dimessi dall’ospedale in giornata) e panico tra i crocieristi. Si è sfiorata la tragedia.

Sono più volte intervenuto sull’argomento delle grandi navi, evidenziando anche le motivazioni tecniche della contrarietà al passaggio dei “bisonti del mare” nel delicatissimo habitat lagunare. Ho segnalato anche, come possibile mediazione per salvaguardare crocieristica e occupazione, l’unico progetto presentato nel 2015 e che ha superato l’esame della commissione di Valutazione di impatto ambientale (Via). Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo terminal per l’ormeggio delle navi da crociera presso la Bocca di Lido, e il trasferimento dei passeggeri e dei bagagli dal nuovo terminal alla stazione marittima di Venezia attraverso un servizio motonavi.

Dopo l’incidente, è stata positiva l’immediata presa di posizione delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle federazioni di categoria, “... stigmatizzando il governo nazionale, e che ancora non ha trovato una soluzione nonostante che da anni si richieda che le grandi navi non possano e non debbano più transitare per il bacino di San Marco e per il canale della Giudecca. Costretti a denunciare da un lato i ritardi oramai inaccettabili e, dall’altro, a rivendicare una soluzione in tempi rapidissimi. Una soluzione che deve tenere nella dovuta considerazione la vivibilità e la sicurezza della città, la salvaguardia della laguna, il mantenimento dell’occupazione, di tutte le attività portuali, nonché la tutela delle attività industriali e manifatturiere esistenti nell’area di crisi complessa di Porto Marghera”.

“Chiediamo a questo scopo – prosegue il documento sindacale - che si faccia chiarezza sullo studio di compatibilità redatto all’epoca del ‘Comitatone’ nel 2017 e mai presentato, quantomeno alle parti sociali. Altresì rivendichiamo un chiarimento sulle competenze nelle materie inerenti alla laguna di Venezia, oggi troppo frammentate e rivendicate da troppi soggetti istituzionali. Quanto accaduto ripropone, infine, il tema del l’eccessiva presenza di imbarcazioni nei principali canali di Venezia, e della mancanza di una adeguata regolamentazione. Analogamente obbliga a profonde riflessioni su come aumentare la prevenzione sui rischi nelle aree portuali, considerando ad esempio, laddove fosse necessario, il potenziamento dei servizi tecnico nautici di ausilio alle navi in transito nei porti, e quanto sia ritenuto utile alla salvaguardia delle persone, e/o dei lavoratori, che occupano le banchine in caso di incidenti. Si ribadisce la necessità, come da tempo richiesto, che sia convocata la ‘cabina di regia’ istituita dalla Città Metropolitana, dove trovare una sintesi di tutte le istanze del territorio, e arrivare in tempi rapidi ad una decisione che, partendo da una analisi indicata dai tecnici, porti a una soluzione condivisa...”.

Va ricordato che l’immobilismo denunciato dai sindacati sembra la malattia delle istituzioni della città di Venezia (città unica al modo per la sua straordinaria bellezza, e che però oggi è invasa da circa 35 milioni di turisti all’anno). Nel 2012, dopo l’incidente all’isola del Giglio, fu varato il decreto Clini-Passera secondo cui le navi di stazza superiore alle 40mila tonnellate non avrebbero potuto attraversare il canale della Giudecca. Occorreva però trovare una via alternativa per le crociere più grandi. Ad oggi questa alternativa non è mai stata realizzata, e da sette anni le navi di qualsiasi portata continuano a sfiorare piazza San Marco!

L’incidente ovviamente fa il giro del mondo, e immediata è la reazione del “Comitato No Grandi Navi” con una grande mobilitazione, a partire da un’assemblea affollatissima con la presenza di tecnici e studiosi, dove si evidenzia la totale incompatibilità tra la grande crocieristica e la laguna di Venezia. Si arriva quindi a sabato 8 giugno, con un foltissimo corteo di circa 10mila manifestanti. Migliaia di bandiere che invadono San Marco, il simbolo di Venezia e della sua storia millenaria: la più grande manifestazione che questa città abbia visto in decenni.

Ora la parola va al governo del cambiamento...

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