Sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 - Segreteria Confederale Cgil

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Pubblichiamo la nota della segreteria confederale del 14 ottobre scorso. 

La Cgil ritiene inaccettabile il contenuto della recente Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 intitolata “Importanza della memoria per il futuro dell’Europa...”.

Come già segnalato da molti, compreso lo stesso Presidente del Parlamento Europeo, è improprio per una Istituzione rappresentativa intestarsi fantasiose ricostruzioni storiche che non sono certamente tra le proprie competenze.

Inoltre, ed ancor più gravemente, si afferma nella Risoluzione una sostanziale equiparazione tra il nazismo e il comunismo, uniti sotto il generico titolo di totalitarismo.

Con ciò si nega il contributo fondamentale che i comunisti hanno dato nelle lotte di liberazione del nostro Paese, di emancipazione delle classi lavoratrici e alla conquista della pace e della Costituzione Repubblicana.

La Resistenza al nazismo ed al fascismo prima e la Carta Costituzionale poi nascono con il contributo decisivo del pensiero e dell’azione del Partito Comunista, del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana.

Lo stesso Patto di Roma del 1944 di rinascita della Cgil ha questo significato.

La Cgil nella sua storia fin dalla sua costituzione ha visto ed è cresciuta anche grazie all’impegno e l’abnegazione di migliaia di uomini e donne militanti e dirigenti comunisti e proprio per questo ne ricorda l’opera a difesa della democrazia (due nomi per tutti: Giuseppe Di Vittorio, Nella Marcellino) per innalzare il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori e respingere ogni possibile equiparazione con ogni regime, quale il nazismo ed il fascismo, fondati sulla violenza e sul razzismo che si sono qualificati nella sistematica repressione degli oppositori fino a promulgare leggi razziali e all’abominio del genocidio degli ebrei, dei rom, degli omosessuali, di ogni soggetto disabile e di ogni oppositore politico.

Complessa e drammatica vicenda certamente è la storia del movimento comunista che va analizzata senza veli e con rigore e che non può essere ridotta all’involuzione staliniana.

La macchia indelebile dello stalinismo, di cui molte vittime furono comuniste, infatti, ha sicuramente pesato nel ridurre le possibilità delle ragioni del movimento operaio ad essere accolte e sostenute nelle società del mondo.

Equiparare il nazismo al comunismo è inoltre un insulto al popolo russo che ha pagato con ben 25milioni di morti la resistenza all’oppressore nazista e fascista, segnando così una svolta fondamentale per l’esito antifascista della seconda Guerra Mondiale.

Ed è emblematico che la Liberazione dell’Europa sia avvenuta con il convergere delle forze delle società democratiche liberali con quelle dell’Unione Sovietica, simboleggiata dall’esposizione della bandiera rossa sul Reichstag a Berlino (09 maggio 1945).

Proprio quell’Europa che si volle allora unita, in pace, e proiettata verso il progresso delle lavoratrici e dei lavoratori e di tutti i suoi cittadini.

A maggior ragione è grave che la Risoluzione accomuni chi ha combattuto e conquistato la pace, la libertà e la democrazia con quanti erano gli oppressori e gli aguzzini.

 

Per questo la Cgil invita il Parlamento Europeo a rivedere la Risoluzione del 19 settembre 2019.

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