Francia: la Cgt e le manifestazioni contro il pass sanitario - di Lorenzo Battisti

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Dai commenti on line dei militanti della Cgt sulle manifestazioni contro il pass sanitario, l’impressione è che molti lavoratori pensino che sia possibile spostare a sinistra queste manifestazioni, secondo l’idea che i movimenti sociali non abbiano un proprio orientamento, ma dipendano esclusivamente dai rapporti di forza: se si partecipa in massa, si può “rubare” la manifestazione all’estrema destra che la sta monopolizzando.

Sfortunatamente non è così. Per capire la natura di un movimento sociale bisogna capirne le radici sociali. Le manifestazioni europee contro le limitazioni in tempo di pandemia sono caratterizzate dal rifiuto a qualsiasi limitazione all’attività economica (il diritto insopprimibile e illimitato di fare profitti), e a qualsiasi limitazione dei comportamenti individuali.

La libertà dei soggetti fragili e della società tutta a tutelarli non è presente. La loro libertà è anzitutto il loro diritto a vivere, il loro e nostro diritto a restare in salute e a non rischiare conseguenze di lungo periodo. Questa libertà entra in contrasto con la libertà di fare profitti, e con la libertà individuale a divertirsi. In questo scontro, chi manifesta ha scelto da che parte stare.

Anche la destra sa benissimo dove stare. Non dicono che dei fragili “se ne fregano” (per usare un linguaggio da ventennio), dicono di voler difendere la libertà di ristoratori e clienti.

Al rifiuto di qualsiasi limitazione è seguita la diffusione di teorie complottiste di ogni tipo: “il virus non esiste”, “è una normale influenza”, “si può curare con il farmaco x ma non ce lo dicono”, ecc. Questo rappresenta una razionalizzazione ex-post per giustificare il proprio rifiuto di qualsiasi vincolo, anche davanti a un’evidenza sanitaria indiscutibile.

La questione dietro il pass sanitario è se possano esistere o meno limiti collettivi ai comportamenti individuali e all’attività economica. O si tutelano le persone fragili, quelle che non possono vaccinarsi o su cui il vaccino non ha effetti, restringendo la possibilità di vita sociale di chi non vuole vaccinarsi, oppure si dà a questi ultimi il diritto di vivere liberamente rinchiudendo in casa le persone fragili, quasi la fragilità fosse una colpa. Chi ha comportamenti individuali che contrastano con l’interesse collettivo deve essere sanzionato, per tutelare la parte più fragile della società che sarebbe colpita dalle conseguenze di questa libertà senza limiti, che si trasforma nel suo contrario, nella “libertà” dei forti contro i deboli.

A queste posizioni sono state mosse tre critiche. La prima, di fare il gioco del presidente Macron e dei padroni, che stanno usando la pandemia per imporre restrizioni di controllo sociale e per erodere i diritti. Questo è assolutamente vero, ma era assolutamente vero anche prima della pandemia. Il rifiuto della restrizione dei diritti però non può portare al rifiuto dei provvedimenti di tutela collettiva dalla pandemia, quanto piuttosto al rifiuto di quei punti inseriti in maniera opportunista in tali provvedimenti. Sono contrario a qualsiasi licenziamento legato alla non vaccinazione, ma al contempo penso che sia necessario che tutti i lavoratori della sanità e quanti hanno contatto con il pubblico siano vaccinati, per il bene collettivo.

La seconda è che non bisogna perdere tempo a parlare, ma bisogna lanciarsi nelle manifestazioni. Chi non lo fa è un intellettuale da quattro soldi che perde tempo a ragionare. L’anti-intellettualismo è un elemento della cultura fascista. Gramsci, vittima del fascismo, ci ha insegnato che l’analisi e la pratica vanno insieme, che è attorno alle grandi idee che si può costruire una via collettiva per cambiare il mondo.

Infine, si dividerebbe il movimento contro Macron. Questa posizione contiene in sé l’idea che la divisione destra-sinistra non esista più, e che ci si dovrebbe unire tutti contro il potere oppressivo. Chi la sostiene non sente nessun fastidio a manifestare a fianco di gruppi fascisti, in manifestazioni da loro egemonizzate. Ma è da sempre l’estrema destra a sostenere che la divisione destra-sinistra non esiste e che sarebbe necessaria un’unione nazionale oltre destra e sinistra per unire il paese e liberarlo.

L’obiettivo del sindacato non deve essere quello di partecipare a queste manifestazioni per egemonizzarle. Bisogna invece indire manifestazioni e scioperi propri, su parole d’ordine chiare che mettano le manifestazioni sindacali in concorrenza con quelle indette “spontaneamente” dall’estrema destra. Il centro di queste manifestazioni deve essere contro la libertà di licenziare in assenza del pass sanitario, non contro il pass sanitario stesso.

Mi dispiace vedere che, su questo argomento, la confusione in Francia è la stessa del mio paese d’origine, dove non c’è più nessuna sinistra degna di questo nome. Invito tutti a fare attenzione alla loro partecipazione a queste manifestazioni, perché potrebbe danneggiare i futuri movimenti di classe ai quali il sindacato deve partecipare.

 

(la versione integrale all’indirizzo: https://www.academia.edu/50812175/La_CGT_e_le_manifestazioni_contro_il_pass_sanitario)

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