Ricca e vivace riunione di pensionate e pensionati di Lavoro Società - di Sinistra Sindacale

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Circa trentacinque compagne e compagni di Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto – quasi equamente spartiti tra presenti a Roma e collegati da remoto – hanno partecipato alla riunione nazionale di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale dello Spi Cgil, il 22 giugno scorso. Una riunione ricca e vivace, come testimoniano gli undici interventi, oltre all’introduzione di Leopoldo Tartaglia, referente nazionale LS nella categoria, l’ampio intervento del segretario generale dello Spi Ivan Pedretti, il contributo “esterno” di Monica Di Sisto, le conclusioni di Giacinto Botti, referente nazionale confederale di LS. Le presidenti Aurora Ferraro (da remoto) e Angioletta Lamonica (in sala) hanno inviato un caloroso augurio al compagno Giancarlo Saccoman, che non è potuto intervenire per ragioni di salute.

“La sfida dell’invecchiamento tra guerre, pandemie, cambiamento climatico. Verso il Congresso” era il titolo, un po’ pretenzioso, dell’incontro. “Ma – ha spiegato Tartaglia nell’introduzione – il nostro contributo al dibattito congressuale assume il punto di vista di una società che invecchia, grazie all’allungamento della speranza di vita e al miglioramento, dal dopoguerra in poi, delle condizioni generali”.

Cambiamento climatico, pandemie e guerre, determinate da una crisi sistemica di questa lunga fase di globalizzazione neoliberista, mettono in discussione i diritti basilari delle persone, mentre sarebbe necessario ripensare il modello sociale e di welfare, di fronte agli epocali cambiamenti demografici.

Nell’introduzione e negli interventi si sono intrecciati e rinforzati a vicenda alcuni temi di fondo. Il ripudio della guerra, come da dettato costituzionale, con una piena condivisione delle posizioni della Cgil contro la guerra, per la ricerca di ogni possibile via negoziale, di solidarietà alla popolazione ucraina e di accoglienza dei profughi, di tutti i profughi, con la contrarietà al riarmo in Europa e in Italia, e con il rifiuto di portare la spesa militare al 2% del Pil.

È stata sottolineata la gravità dell’assenza del governo dalla conferenza Onu di Vienna sull’abolizione delle armi nucleari, il cui trattato l’Italia non ha sottoscritto.

La guerra, come già la pandemia, richiamano ad un ruolo autonomo dell’Unione europea, in una concezione di pacifica convivenza, di “non allineamento”, in un mondo ormai multipolare, in cui lo scontro tra superpotenze vecchie e nuove non può essere il modello di un “nuovo ordine mondiale” dopo l’era della guerra fredda e la lunga fase di declino (armato) dell’egemonismo americano.

Oltre a morte e distruzione, la guerra ha fatto fare un salto all’indietro alle grandi sfide globali: da quella demografica al cambiamento climatico, alla crisi della democrazia, alla riproposizione delle energie fossili e persino del nucleare, alla crisi agroalimentare, alle grandi migrazioni.

“L’autunno caldo è già cominciato”, ha ricordato Botti, riferendosi alla situazione sociale nel nostro paese. Inflazione, precarietà, bassi salari, crisi aziendali, possibile stagflazione anche per le politiche restrittive della Bce, guerra: è in questo quadro drammatico e inedito che si colloca il congresso della Cgil. Il documento di maggioranza “Il lavoro crea il futuro”, a cui Lavoro Società aderisce convintamente, ripropone la piattaforma politico-programmatica della Cgil per un cambiamento radicale del modello di sviluppo e delle scelte economiche e sociali dell’Ue e dell’Italia.

Un congresso “mobilitante” perché la Cgil si prepara alla mobilitazione “d’anticipo” sulla legge di bilancio, per politiche di redistribuzione di ricchezza e reddito e di risposta strutturale alla precarietà, con la centralità del contratto di lavoro a tempo indeterminato e una politica di riduzione degli orari di lavoro.

Per lo Spi e per tutta la Confederazione – hanno sottolineato tutti gli interventi – sono fondamentali una vera riforma del Sistema sanitario pubblico, dotandolo delle risorse umane e finanziarie necessarie per la piena universalità, l’omogeneità territoriale, la sanità preventiva e di prossimità, e una legge di civiltà sulla non autosufficienza, con adeguati finanziamenti e servizi. Ma anche su diritto alla casa, invecchiamento attivo, ruolo degli anziani nella società, è fondamentale l’azione capillare e incisiva dello Spi, di Auser e del Sunia.

Importante e di prospettiva il contributo di Monica di Sisto sul percorso e le proposte della “Società della cura”: la cura delle relazioni, delle persone, del territorio, della natura, contro la “cura” dei profitti. La capacità soprattutto di intrecciare ed unificare tra le loro le vertenze “settoriali” e tra generazioni.

Infine, tutte e tutti hanno confermato l’importanza della dialettica democratica tra posizioni programmatiche organizzate, come Lavoro Società, in una Cgil unita e plurale. Una discussione che rimane aperta nello Spi e nella Cgil, con la convinzione, da parte nostra, di agire ogni spazio di confronto per affermare questi valori e questa pratica anche in questo Congresso.

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