“Mettiamoci in gioco” per prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo - di Denise Amerini

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Il gioco d’azzardo ha avuto, negli ultimi anni, uno sviluppo smisurato nel nostro paese, ed ha coinvolto sempre più persone fragili ed a rischio sociale.

In una fase infausta come questa, caratterizzata dall’incremento delle povertà (5,6 milioni di persone in condizione di povertà totale) i numeri del comparto dei giochi nel corso del 2021 sono estremamente preoccupanti: la spesa nel gioco è stata di quasi 111 miliardi, con una perdita netta per i giocatori di oltre 15 miliardi: tutto questo con slot e terminali di videolotterie (vlt) disconnessi per circa otto mesi. Soldi sottratti all’economia reale.

Nel corso degli ultimi vent’anni, l’impiego di reddito, anche di quello di sussistenza, per l’acquisto di giochi d’azzardo comuni ha coinvolto fortemente gli strati meno abbienti della popolazione. Secondo una recente ricerca del Cnr gioca il 47% degli indigenti, il 56% delle persone con reddito medio-basso, l’80% dei lavoratori saltuari o precari.

Non è comunque solo un problema economico. I costi per riparare i danni sono alti in termini sociali: il gioco d’azzardo, oltre ad essere un moltiplicatore di problemi economici, crea problemi a livello relazionale, sociale, legale, azzera relazioni affettive, fa perdere il lavoro, a chi ce l’ha… La dipendenza da gioco d’azzardo è una patologia riconosciuta da tutte le comunità scientifiche.

Questo conferma la necessità di procedere nella direzione di una netta riduzione e di una precisa regolamentazione dell’offerta. C’è la necessità di una legge quadro nazionale, che regolamenti il gioco d’azzardo, e detti disposizioni per la prevenzione della patologia, per la cura e la tutela sanitaria, sociale ed economica dei giocatori e dei loro familiari.

Per questo esprimiamo una netta contrarietà alle richieste di proroga o modifica delle normative regionali esistenti, che hanno regolamentato orari e distanze, e che vengono avanzate, non a caso, dai gestori, ma sono sostenute anche da molte forze politiche. La necessità è quella di misure concrete ed efficaci per regolamentare e ridurre significativamente l’offerta, tutelando l’occupazione, cosa assolutamente possibile, fuori dai ricatti dei gestori.

I rischi legati al gioco d’azzardo vanno affrontati alla radice, dal lato dell’offerta, altrimenti le risposte non potranno essere che parziali e inadeguate a rispondere ai problemi sociali, di sicurezza e di salute, in continuo aumento.

La campagna “Mettiamoci in gioco”, di cui fanno parte anche Cgil, Spi, Auser, ha posto all’attenzione della politica quattro punti che necessariamente devono essere al centro dell’azione politica e legislativa.

Una legge quadro di riordino complessivo del settore del gioco d’azzardo, con particolare attenzione al gioco on line: normativa che va definita di concerto dai ministeri della Salute, dell’Economia, del Lavoro e delle politiche sociali, per gli Affari regionali, coinvolgendo la Conferenza Stato Regioni, che preveda la riduzione dell’offerta, e che non sia vincolata all’invarianza del gettito.

Il gioco d’azzardo è fenomeno complesso, le implicazioni sociali e sanitarie non possono essere compresse in funzione del mero interesse dello Stato a preservare le proprie entrate fiscali: del tutto strumentali, eticamente insostenibili, sono le argomentazioni che mirano a proteggere e tutelare il settore in quanto grande finanziatore dello Stato, e l’invarianza del gettito si può tradurre, paradossalmente, in aumento dell’offerta.

La salvaguardia della possibilità per Regioni ed enti locali, di intervenire con normative e regolamenti sull’offerta del gioco nei propri territori.

L’obbligo per l’amministrazione dei Monopoli di Stato di fornire pubblicamente e periodicamente tutti i dati indispensabili per intervenire coerentemente sull’offerta, e per valutare l’efficacia dei provvedimenti promossi dagli enti locali.

L’attenzione al tema delle dipendenze e, nello specifico, della dipendenza da gioco d’azzardo, nella ridefinizione del sistema sanitario e sociosanitario, in un’ottica di medicina di prossimità e di assistenza territoriale, come previsto anche dal Pnrr, prevedendo adeguati finanziamenti per i servizi per le dipendenze.

E’ necessario un ampio e approfondito dibattito che porti ad una effettiva consapevolezza sui rischi, gravi, legati al gioco d’azzardo, e che induca i decisori politici, ad ogni livello, ad operare per garantire a tutti il pieno diritto alla salute, alla sicurezza, al benessere.

“Mettiamoci in Gioco” ha portato avanti significative campagne che, pur in un contesto politico sempre poco attento e poco favorevole, hanno contribuito al raggiungimento di alcuni risultati, come il divieto di pubblicità e l’inserimento del Gioco d’azzardo patologico (Gap) nei Lea. Quest’anno la campagna compie dieci anni e il 30 novembre ha in programma, a Bologna, una importante iniziativa pubblica: sarà l’occasione per rilanciare l’impegno, a livello nazionale e con i comitati regionali. Oggi più che mai la necessità è di avere interventi in grado di rispondere in maniera concreta alle sfide ed ai bisogni che abbiamo di fronte.

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