Plastica monouso: in arrivo una direttiva europea - di Simona Fabiani

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Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva Ue per la riduzione dell’uso della plastica. La direttiva si concentra su dieci prodotti di plastica monouso e sugli attrezzi da pesca che, insieme, rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa. Le nuove regole prevedono dal 2021 il divieto di vendita di alcuni prodotti di plastica monouso, bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. I contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore, affinché i tappi non siano dispersi nell’ambiente. La direttiva Ue prevede anche che gli Stati adottino obiettivi nazionali di riduzione del consumo di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica monouso, da raggiungere anche vietando che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente.

I produttori dovranno contribuire alla copertura dei costi di gestione e bonifica dei rifiuti, e alle misure di sensibilizzazione. Entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, ad esempio, introducendo sistemi di cauzione-deposito. Per alcuni prodotti, assorbenti igienici, salviette umidificate e palloncini, vengono previste prescrizioni di etichettatura, con l’indicazione di come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente, e la presenza di plastica.

Gli Stati membri dovranno sensibilizzare i consumatori all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti e degli attrezzi da pesca in plastica, ai sistemi di riutilizzo disponibili, e alle migliori prassi di gestione dei rifiuti per questi prodotti. Per gli attrezzi da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge, la direttiva Ue introduce la responsabilità dei produttori degli attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno coprire i costi della raccolta delle attrezzature dismesse, e il conferimento agli impianti portuali di raccolta.

L’iter formale del provvedimento si concluderà orientativamente a fine aprile, e a quel punto la direttiva Ue dovrà essere recepita. La direttiva si propone benefici ambientali ed economici, punta a evitare l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di Co2 equivalente, a scongiurare danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030, e a generare risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi di euro.

Oltre alle ben note immagini di pesci e uccelli morti a causa della plastica ingerita e delle isole di plastica negli oceani, nei giorni scorsi abbiamo dovuto vedere anche un capodoglio morto, sulla spiaggia di Porto Cervo, nella cui pancia sono stati trovati un feto e 22 chili di plastica. Queste immagini rendono drammaticamente evidente il disastro ecologico che abbiamo provocato, e quanto sia urgente e comunque tardivo un intervento che vieti l’uso della plastica monouso, che riduca l’uso della plastica e più in generale dei consumi, così come è urgente rivedere i nostri stili di vita e di produzione, con una riconversione sostenibile, circolare ed efficiente nell’uso delle materie, di acqua e di energia.

Per intervenire non c’è bisogno di attendere la direttiva europea, come ci dimostrano tanti esempi diffusi nel territorio, a partire dalla Regione Puglia che lo scorso 7 marzo ha adottato un provvedimento che vieta l’introduzione di stoviglie in plastica nelle spiagge già da questa stagione balneare. I sei comuni dell’isola di Ischia saranno ufficialmente “plastic-free” da questa estate, mettendo al bando i prodotti monouso alimentari in materiale plastico su tutto il territorio isolano. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha firmato l’ordinanza “Lungomare plastic free” che introduce misure graduali, partendo dalla sperimentazione del divieto nel lungomare della città di Napoli dal Primo Maggio al 30 settembre 2019. A questi si aggiungono i provvedimenti dei Comuni di Capri, Grotte, San Teodoro, Bergamo, Pesaro e altri ancora.

Il ministro dell’ambiente Costa da diversi mesi ha annunciato un disegno di legge “#SalvaMare”: l’approvazione veniva data per imminente già ad ottobre 2018. Il provvedimento annunciato, che doveva contenere sia il divieto per la plastica monouso dal 2020 che disposizioni per consentire ai pescatori di portare a riva i rifiuti pescati senza incorrere in sanzioni, è stato oggetto di contesa interna al governo.

Alla fine il provvedimento è stato spacchettato. Il 4 aprile, il consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che introduce disposizioni per la promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l’economia circolare. Per il recepimento della direttiva europea invece dovremo ancora aspettare, probabilmente i tempi del divieto si allineeranno al 2021, senza nessuna anticipazione rispetto alla direttiva. Una buona occasione persa per il nostro paese, purtroppo, di anticipare provvedimenti urgenti e necessari.

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